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La Stampa

L’intesa tra Ue e Canada spacca l’agricoltura ma i consorzi Dop e Igp sono per il sì al Ceta ... Coldiretti chiede di sospendere il trattato, Agrinsieme è d’accordo... Il trattato di libero scambio dell’Europa con il Canada (Ceta) che abbatte il 90% dei dazi doganali e vale 60 miliardi dovrebbe essere ratificato dal Senato nella settimana del 25 luglio. In questi otto anni di negoziati i problemi maggiori sono stati legati all’impatto dell’intesa sull’agroalimentare (l’export italiano vale 770 milioni, l’import dal Canada è di 29) e adesso che la partita si sta per chiudere le polemiche
ripartono e il mondo dell’agricoltura si spacca. Da una parte c’è Coldiretti che ha lanciato la mobilitazione per bloccare l’accordo trovando alleati anche in altri mondi, Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch. Dal loro punto di vista il Ceta “metterà in serio pericolo il nostro made in Italy perché dà il via libera alle imitazioni dei nostri prodotti più tipici e spalanca le porte italiane all’invasione di grano duro e a ingenti quantità di carne a dazio zero”. Le altre organizzazioni di settore (Cia - agricoltori italiani, Confagricoltura, Fedagri e Copagri) la pensano diversamente. Giorgio Mercuri, presidente di Agrinsieme: “L’Ue non ha ceduto sulle regole di sicurezza alimentare e a beneficiare dell’intesa saranno il vino italiano e quello francese e il settore lattiero - caseario che vede già oggi l’Italia al primo posto”. Anche i principali consorzi dei prodotti Dop e Igp, dall’aceto balsamico al Parmigiano reggiano, dal prosciutto di Parma al San Daniele al Grana padano sono favorevoli all’accordo perché fornisce uno strumento di tutela sul mercato canadese “che altrimenti non avremmo”. L’elenco delle denominazioni riconosciute dal Canada è di 41 prodotti che valgono il 92% dell’export italiano in quel paese. Punti di vista diversi che hanno portato anche divisioni nel Pd tanto da spingere i vertici del partito a convocare una riunione del gruppo parlamentare con i ministri Calenda e Martina che sono favorevoli all’intesa.

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