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La Verità

Il Magliocco, leggenda guerriera della Calabria … Converrà anche atraverso il vino che ne costituisce parte cospicua dell’identità di cultura e coltura - argoì mento ignoto sia alla baronessa Von der Leyen che ai suoi emuli irlandesi - restituire piena nobiltà alle nobilissime terre calabresi. E il Girò a due passi da quel mare crotonese che vive ingiusta damnatio di polemica - in questi anni ad aver narrato la Calabria in vigna. Ma c'è molto di più in questa penisola sospesa tra il mito dei bronzi di Riace, le ricordanze di ataviche colonizzazioni, immersa in un’esplosione delle forze del Creato. Si va perciò nel cosentino dove albergano antichi vitigni come i Nerelli o come il Magliocco così opimo da ritenersi necessario doverlo tagliare con altri per mitigarne l’ardore. Il Magliocco è invece una sorta di Murgese al galoppo. C’è una signora del vino, Lidia Matera, che questo purosangue dal nero mantello ha domato ricavandone una bottiglia che è espressione alta delle vigne cosentine. Lo produce anche in segno di continuità e di amore cole del padre Ennio Matera, pioniere della viticoltura contemporanea calabrese. Si va in un borgo onusto di storia e affascinante di mistero: Montalto Uffugo. Lì si estendono i tanti ettari della Tenuta Terre Nobili (36 sono a vigna) dove si coltivano solo vitigni autoctoni. Ottimi bianchi (eccelso il Santa -Chiara da Greco), egregia la selezione dei rossi (spicca il Teodora Nerello cappuccio e mascalese). E tra questi il mio amato Magliocco. Lidia Matera ne trae una bottiglia in purezza: il Cariglio. Che evoca la leggenda del gigante guerriero: stremato dalle tante battaglie desiderava la pace e la trovò sotto un’enorme quercia. Al mattino destatosi s’avvide di una distesa di vigne e olivi e lì pose dimora creando le terre del Carigliato. Alla leggenda è ispirata quest’etichetta. Il vino al bicchiere è un rubino acceso con bagliori viola, al naso offre marasca, mora, un soffio di erbaceo e una vena balsamica incantevole. Al palato la potenza tannica è contenuta dalla freschezza - il vino fa lunga macerazione, affinamento solo in acciaio - e dalla pienezza gustativa con lungo ritorno sui toni selvatico-balsamici. Vino da carni in griglia, da caciocavallo alla piastra, da parmigiana di melanzane. Per me stupendo in compagna di scialatielli con la nduja.

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