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La Verità

Il bianco antico che ruba il carattere al suo territorio … Tutte di nuovo le voglion vestire... La citazione ancorché storpiata dalla Figlia di Jorio di Gabriele D’Annunzio ci sta: questa cantina - è un atelier della vigna incastonato nella parte più intima e autentica ciel Collio, la collina che ingentilisce Dolegna - ha scelto la strada della compiuta rappresentazione della natura. “Tutta di verde mi voglio vestire” è canzone popolare della festa di San Giovanni, quando tra fuochi e acque d'erbe e fiori si celebra il solstizio d'estate che diventa esaltazione della terra e dei suoi frutti. La Ponca, la tenuta portata avanti dai fratelli Paola e Giorgio Mason che perpetuano la lungimi rante fatica di Paolo, il padre, che ormai 20 anni fa dette il la alla produzione, trae la propria origine dalle ponche che sono le sfoglie di terra di arenaria e marne che costituiscono il Collio. P questa giacitura oltre ai venti che vengono dalla Carnia a conferire spessore gustativo dei vini di Dolegna che hanno tutti olfatto di particolare mineralità e rotondità al palato. A La Panca hanno aperto la nuova cantina, inserita nel paesa io e del tutto ecosostenibile, e hanno a iunto i vestiti nuovi delle bottiglie: le etichette oggi rappresentano in toto il carattere dei vignaioli Paola e Giorgio, essenziale, di elegante ruralità, aperto a una dimensione onirica dell’esistere. E lo stesso carattere dei vini di questa azienda, che si estende su 45 ettari di cui circa un terzo a vigna. Sono vini di estrema concretezza e di com piuta eleganza, che esaltano i vitigni autoctoni: Malvasia, Ribolla Gialla e Friulano, tra i bianchi a cui si aggiungono due ottimi Sauvignon e Chardonnay, Schiopettino tra i rossi. Ho scelto il Friulano perché a me pare la summa della filosofia produttiva dei fratelli Mason e delle caratteristiche del territorio di Scriò. Nasce da vigne ormai antiche (sono le prime piantate da Paolo), vendemmia quasi tardiva, pressatura dolce e affinamento in acciaio sui lieviti per oltre 8 mesi. Al bicchiere è sole con riflessi di smeraldo, all'olfatto regala sfumatura di fiori di campo, di erba aromatica, di tiglio con consistenza fruttata di albicocca e pera. Al palato è netto: ampio eppure fresco, si allunga nei ritorni ammandorlati e di evidente pietra. Friulano impeccabile: da pesce, da paste vegetali e carni bianche.

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