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La Verità

L’Amarone inguaia Renzo Rosso… Il patron di Diesel aveva provato ad acquisire la cantina Masi di Sant’Ambrogio in Valpolicella, ma adesso la guerra del vino si sposta nelle aule di tribunale… Per Renzo Rosso, il signor Diesel che dai jeans punta ad avere un ruolo centrale nell’agroalimentare, lo schema già usato per conquistare Cortilia stavolta rischia di essere amarone. Ha provato a fare con la Masi di Sant’Ambrogio di Valpolicella, una delle più prestigiose case vinicole d’Italia e tra le pochissime quotate in Borsa (mercato Egm), ciò che gli è riuscito con il primo supermercato on line fondato da Marco Porcaro. Ma ora volano le carte bollate: Masi accusa di concorrenza sleale i due componenti del Cda tra cui la moglie di Rosso che a sua volta e per primo era andato all’attacco chiedendo la nullità del bilancio della più blasonata cantina dell’Amarone. Per capire la tattica dell’uomo dei jeans bisogna ripercorre le sue mosse negli ultimi tre anni. Era entrato in NaturaSì (supermercati del biologico) con la sua Red Circle (è la finanziaria per gli affari privati del leader del gruppo Diesel che vale attorno al miliardo e mezzo) col 26% delle azioni, nell’agosto di tre anni fa ha dismesso l’intero pacchetto e ha destinato il ricavato a comprare il 5% di Masi Agricola (un affare si dice da 4 milioni) e il resto per entrare nel primo aumento di capitale da 34 milioni di Cortilia dove ha fatto il suo personale ingresso nel consiglio di amministrazione. Successivamente è uscito da Cda nominando un suo rappresentante e con un aumento di capitale da 20 milioni ha portato la sua partecipazione in Cortilia al 24,1% e ne è diventato l'azionista di riferimento. Lo stesso schema ha cercato di adottare in Masi Agricola, scatenando una guerra del vino che ha pochi precedenti. Dopo il primo acquisto del 5% da Mediobanca che ha dismesso una partecipazione di Alcedo e il suo approdo nel consiglio di amministrazione è salito al 10%. Nel marzo si è dimesso dal Cda denunciando una gestione non adeguata della Masi – l’azienda ha risposto per le rime - e ha nominato nel Consiglio Arianna Messi che è sua moglie ed è anche amministratore delegato della Red Ciccle e Lorenzo Tersi che hanno cominciato a fare pressione sulla famiglia Boscaini che però è saldamente al comando di Masi ponendo molti interrogativi e sollevando obiezioni in Cda. 11 22 giugno scorso Rosso ha fatto scattare la fase due: ha denunciato al Tribunale di Venezia il bilancio 2022 della cantina. Il bilancio di Masi si è chiuso con un utile di 4,5 milioni (leggera contrazione) un aumento del 12,6% del fatturato pari a 74,7 milioni e un indebitamento che è meno del 10% dei ricavi. Dunque un conto economico più che soddisfacente. Eppure il mercato conoscendo la tattica di Rosso appena lui ha denunciato ha portato il titolo ai massimi a 4,49 euro. La Masi però non è contendibile: il flottante è poco più del 10% e il controllo del capitale è nelle mani dei tre fratelli Boscaini: Sandro, Bruno e Mario che hanno il 24,5% ciascuno delle quote legate in un patto parasociale. Venerdì il Cda ha convocato per il 21 luglio l’assemblea dei soci per revocare da consiglieri Arianna Messi e Lorenzo Tersi motivando la richiesta con la concorrenza sleale. La Messi-Rosso controlla con Red Circle la Brawe Vine le attività vinicole di Rosso in continua espansione; di recente ha acquisito il 40% della Benanti in Sicilia (ma punta al controllo) e la Josetta Saffirio in Langa. Se la signora Rosso si dice allibita per un’azione che giudica “un abuso di maggioranza” Sandro Boscaini presidente e amministratore delegato di Masi - si limita a un signorile: “Vedremo se il comportamento del signor Rosso e dei suoi consiglieri è improntato alla correttezza”.

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