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L’Espresso

Se fa troppo caldo grandi vini a rischio … Ve li immaginate il Chianti e il Brunello senza Sangiovese? Potrebbe accadere, prima di quanto si pensi. Sono gli effetti dei cambiamenti climatici. L’Europa ha vissuto la sua estate più calda. In Italia ci sono 1,15 gradi in più, le precipitazioni sono a -30% (elaborazioni Coldiretti su dati Cnr-Isac). Uno studio di Lee Hannah del Center for Ecosystem Science and Economics di Arlington (Virginia), sostiene (da 10 anni) che zone come Bordeaux o la Toscana diventeranno troppo calde. Un aumento medio di 2 gradi porterebbe alla distruzione del 73% delle aree più vocate in Italia e in Francia. Lui pensava al 2050, ma siamo già oltre metà strada. Come ha spiegato, durante l’ultimo Wine&Siena, il professor Simone Bastianoni, i dati attuali sono addirittura peggiori: “al 2050 la temperatura potrebbe salire di 2,7- 3 gradi Celsius, rendendo difficile immaginare in Italia una viticoltura come la vediamo adesso”. In molti casi, si teorizza, la soluzione sarà cambiare vitigno. Già oggi le produzioni salgono a Nord e in quota, verso le zone fredde. Siamo quasi al circolo polare artico. In Val d’Aosta siamo arrivati a 1.200 metri di altitudine, in Calabria, sulla Sila, a 1.315. Insomma, un vero e proprio sconquasso ambientale, culturale e anche economico in un comparto che nel mondo vale quasi 100 miliardi di dollari di cui ben 17, si stima, italiani. Helmuth Köcher suona l’allarme da 5 anni con i convegni “Respiro e Grido della Terra”. Quanto è grave la situazione oggi? “Non è solo un problema di quantità, anche di qualità, di identità. La parte alcolica è cresciuta mediamente di un grado. Il vino tiene traccia dei cambiamenti climatici e cambia di conseguenza”. In Italia non hanno ascoltato molto il suo “grido della terra”, all’estero cosa fanno? “A Bordeaux, dopo anni di ricerche, hanno introdotto nuovi vitigni autoctoni. Nella Ahr in Germania, negli ultimi 15 anni si è passati dal Reisling al Pinot Nero”. Quindi dovremo prepararci a bere un Brunello o un Chianti Classico senza il loro vitigno tradizionale? “Spero di no. Abbiamo delle carte da giocare, ma bisogna fare in fretta. Tutti i nostri eventi, dal Wine&Siena fino al MeranoWine Festival, avranno a tema i cambiamenti climatici, dobbiamo imparare a difenderci”.

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