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L'Espresso

Al cerasuolo si addice l’anfora … Un nome slavo che arriva dal Cinquecento. Un’azienda che da quasi due secoli resta in famiglia. E si rinnova con passione e fantasia… Famiglia originaria della Bulgaria, da dove sfuggì alle persecuzioni saracene, i Ciavolich approdano a Miglianico, in Abruzzo, già nel 1500, per poi attestarsi come famiglia produttrice di vini fin dalla metà del 1800, con il capostipite, Francesco, che costruisce una - per i tempi - avveniristica cantina di vinificazione, costretta a chiudere i battenti solo a causa dell’occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra Giuseppe, che si era incaricato di proseguire l'attività di famiglia, riceve in eredità 10 ettari nella zona - straordinariamente vocata - di Loreto Aprutino. È lì che inizia la storia moderna della cantina, che si arricchisce di nuove pagine quando Chiara, sua figlia, un futuro già scritto da avvocato, decide di cambiare vita, ritornando alla sua passione latente, ovverosia quella di fare vino. Parte senza studi specifici ma con passione e predisposizione che deriva dal Dna, quella che nessun corso può trasmettere. Il padre la asseconda e la sprona, condividendo una filosofia di vinificazione radicata, che significa responsabilità nei confronti del territorio, certo, ma anche nei confronti dell’uomo: tutto quello che alla terra si dà la terra restituisce, nel bene e nel male. Oggi l’azienda (che è poi un’azienda agricola a tutto tondo) fiera dei suoi 166 anni di storia, ha fondamenta solidissime. In campagna vengono mantenute le metodologie tradizionali di allevamento, ovverosia la pergola (o tendone) e la spalliera, si pratica la lotta integrata, e in vigna non si effettua nessun intervento chimico ma solo, all’occorrenza, meccanico. Filosofia che si estende anche alla produzione dell’olio e dei cereali. Dai 35 ettari vitati escono vini di cui appare evidente l’unità di intenti. Tra le tante ottime etichette segnalo la linea “Fosso Cancelli”, dove tradizione e competenza tecnica vanno meravigliosamente a braccetto, con un Montepulciano, un Pecorino e un Trebbiano straordinari, assolutamente da provare.

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