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L'Espresso

Dal fiasco il successo… L’azienda centrale di una vicenda vitivinicola solida, che inizia per l’appunto nel 1882, partendo dai primi, eroici, 7 ettari, animata dalla grande passione e dall’inesauribile energia del
capostipite Angiolo. Ma nella generazione pionieristica di famiglia sono poggiate le fondamenta di una vicenda sostanziosa, la fondazione della prima azienda a Poggibonsi, ad esempio, che Angiolo crea assieme alla moglie Maria Teresa, dedicandosi poi a produrre e commercializzare il Chianti negli storici, inimitabili fiaschi di paglia, che lanciano una “moda”, non soltanto estetica, che sopravvive tuttora. Successivamente, grazie ai figli Mario e Arturo, l’azienda si espande, lanciandosi verso la storia moderna - ovverosia la quarta generazione - quindi Mario, con le sorelle Martina ed Elisa, che significa diverse realtà agricole (Fattoria di Valiano, Tenuta Moraia, Villa al Cortile e Geografico in Toscana, cui si uniscono Torre Mora in Sicilia e Regio Cantina in Basilicata) collocate in tre differenti regioni, e la quinta generazione di famiglia (Ginevra, Benedetta e Michelangelo) già coinvolta in prima persona nelle attività, nella creazione di espressioni vinicole nitide, peculiari, godibili, proposte inoltre, fatto non secondario, ad un prezzo alla portata di tutti. Una storia lunga e fatta di successi, insomma, quella di Piccini, con tan to ancora da regalare, anche in termini di fare vino come atto di responsabilità, come ricordato anche dal claim aziendale, ossia che “tutto ciò che facciamo nel presente è sia per il passato sia per il futuro”. Tre le tante etichette, il Toscana IGT Sasso Al Poggio è un esempio cristallino di quello che si cerca di fare nella “tenuta madre”, un bell’assemblaggio con il Sangiovese su gli scudi, accompagnato da Cabernet Sau vignon e Merlot, lavorati con accuratezza in cantina. Freschezza fin dal naso, note di melagrana, poi rosmarino, con tocchi
di sottobosco e cannella. Al gusto sapido-salmastro, con ritorno fruttato.

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