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L'Espresso

Metti il mosto in cattedrale… Una cantina altissima, scavata nel tufo. Qui l’azienda De’ Ricci lavora il Nobile. Per tenere Montepulciano all’altezza della sua fama… Monumento della viticoltura internazionale, Cantina De’ Ricci affonda le sue radici nei primordi della moderna produzione poliziana, ovverosia nel XVI secolo. La stessa urbe di Montepulciano, collocata sulla via Francigena, di grandissimo prestigio già in epoca romana, ha in Palazzo De’ Ricci, della cui struttura fanno parte le cantine - interamente scavate nel tufo, ad immagine e somiglianza di una cattedrale gotica, incorporando locali di epoca etrusca - un emblema di fama imperitura. È poi i12012 quando Enrico Trabalzini raccoglie il pesante testimone della famiglia. Ai tempi,
come da tradizione, si conferivano ancora le uve al locale consorzio, mentre Enrico imposta immediatamente il lavoro sulla qualità, perseguendo le convinzioni del padre Aldo, storico collaboratore della casata. Idee lineari, le sue, ma ambiziose, che compendiano la migliore tradizione territoriale e tecnologie moderne. 32 gli ettari coltivati, tra le zone di Ascianello, Fontago e Fontecornino, con intenti fin da subito impostati alla sostenibilità in vigna e alla vinificazione spontanea in cantina, comprese lunghe, e produttive, soste sulle bucce. L’affinamento viene effettuato sia presso il Palazzo che presso Tenuta Fontecornino, sede della nuova cantina, inaugurata nel 2017. L’intento è di realizzare etichette nitide, prive di forzature, consentendo quindi alle tipologie coltivate, ovverosia Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Syrah, Trebbiano Toscano, Malvasia bianca e Grechetto di esprimersi compiutamente, in letture accattivanti e mai banali, fedelissima rappresentazione di un territorio di grande vocazione. Enrico, e con lui la sua famiglia, ovvero Nicolò, enologo, Antonella e Francesco (che nonostante la giovanissima età è già parte del ciclo produttivo),
credono al Nobile da Sangiovese - qui ribattezzato Prugnolo Gentile - in purezza, forse l’unica maniera di restituire alla storia una “nobile” tipologia da eletti.

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