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ECONOMIA

L’export agroalimentare italiano va caccia del record storico: il vino è il prodotto più esportato

Analisi Coldiretti su dati Istat: se il trend di crescita sarà mantenuto supererà i 60 miliardi nel 2022
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Pasta e vino simboli dell’Italia in tavola (ph: Christine Siracusa via Unsplash)

Un ritmo da record con il vino a fare da locomotiva. Lo sta tenendo l’export agroalimentare italiano che, se il trend di crescita sarà mantenuto, supererà i 60 miliardi nel 2022. Una cifra mai toccata e questo nonostante il periodo di incertezza dove a pesare sono gli effetti del conflitto in Ucraina, con i rincari energetici che stanno colpendo produzione e consumi a livello globale. Dall’analisi Coldiretti (su dati Istat sul commercio estero relativi ai primi 8 mesi 2022) si nota un balzo del +20% con la Germania che resta il principale mercato di sbocco dell’alimentare in aumento a gennaio-agosto del 14%, davanti agli Stati Uniti, in salita del 20% mentre la Francia si piazza al terzo posto ma mette a segno un tasso di crescita del 20%. Buone notizie anche dal Regno Unito con un +19% che evidenzia come l’export tricolore si sia rivelato più forte della Brexit. Aumento a doppia cifra anche in Turchia (+31%) mentre un dato negativo arriva dalla Cina con un calo del 24% e in Russia (-11%). A trainare il made in Italy nel mondo, sostiene la Coldiretti, ci sono prodotti come il vino, che guida la classifica dei prodotti made in Italy più esportati, seguito dall’ortofrutta fresca.
“Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo”, ha detto il presidente Coldiretti Ettore Prandini che ha sottolineato “l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export. Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’Agenzia Ice, con il sostegno delle Ambasciate”.

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