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Enoturismo, risorsa del Belpaese ... Gli italiani stanno cambiando abitudine per le loro vacanze. I dati sul turismo indicano che c’è una contrazione del consumo di vacanze, ma che si sta anche modificando il profilo della domanda. Ormai non ci sono più - salvo rare eccezioni - le ferie lunghe. Sono state sostituite dagli short-break e al massimo lo “stacco” più prolungato arriva a dieci pernottamenti. Ma non solo si è modificato il profilo temporale della domanda turistica, sta cambiando anche quello qualitativo. Si parla ormai apertamente non più di viaggio di destinazione, ma di viaggio di motivazione. E in questo gli italiani sembrano aver riscoperto anche il fascino della ruralità, dell’esperienza della natura. È giusto darci un’occhiata ora che il count down di Ferragosto è iniziato, è giusto interrogarsi su una nicchia particolare qual è l’enoturismo alla vigilia di una delle manifestazioni più importanti del nostro paese: Calici di Stelle che si tiene nella notte di San Lorenzo in tutta Italia e vede uniti nello sforzo organizzativo l’Associazione delle Città del Vino e il Movimento Turismo del Vino. Se da un lato sono gli stessi abitanti del Belpaese a predilgere weekend e brevi vacanze wine & food in Italia (20 milioni nel 2009), dall’altro i dati Città del Vino/Censis parlano chiaro: nel 2009 l’enoturismo ha mosso 6 milioni di enoappassionati per un volume di affari di 3 miliardi di euro, (+20% sul 2008). E se nella classifica delle mete predilette c’è in testa la Toscana, e poi il Piemonte, “new entry” sono Veneto, Umbria e Puglia: le regioni dove nascono le “denominazioni-icona” conosciute in tutto il mondo - dal Chianti Classico al Brunello al Barolo - ma anche quei vini che negli ultimi anni stanno riscuotendo sempre più successo, come il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, il Sagrantino e il Negroamaro. A questo si aggiunge una motivazione di viaggio fondamentale, perché a parte rare occasioni, gli amanti del buon bere preferiscono acquistare i vini direttamente in cantina, per conoscere da vicino come e dove nascono e chi ne sono gli artefici. A confermare una tendenza che ha origini lontane - basti pensare al Movimento Turismo del Vino - è un sondaggio di winenews.it e Vinitaly, per il quale al top dei desideri degli enoappassionati c’è il Barolo (22% delle preferenze), seguito da Chianti Classico (12%) e Brunello (11%), “marchi territoriali” forti, non semplici denominazioni, ma luoghi di culto enologico e veri e propri brand. “Montalcino ha sviluppato - sottolinea Enrico Viglierchio di Castello Banfi - molti investimenti in enoturismo, e, a farlo, sono state soprattutto le aziende del territorio. Banfi vi ha creduto fin dalla fine degli anni ‘80, in sostegno all’export, per portare le persone a visitare i territori dove nascono i vini, in linea con ciò che in quegli anni si stava facendo in Toscana, regione “pioniera” nel settore, già dagli anni ‘60, forte dell’interesse da parte dei visitatori stranieri, e grazie anche alle istituzioni locali che hanno aperto e facilitato la strada”. Il segreto? “Il vino non è più solo un alimento - spiega Ernesto Abbona di Marchesi di Barolo - ma un piacere, da gustare in tavola con gli altri, avendo presente di fronte a sé un determinato territorio, e oggi le cantine si qualificano anche per la disponibilità ad accogliere le persone, capacità che aumenta l’appeal di un vino. Le cantine non sono più semplici “vinerie” dove si produce solo vino, ma luoghi piacevoli di sosta e di accoglienza a 360°, capaci di rispondere a tutte le esigenze degli enoappassionati, che portano con sé ricordi che vanno oltre la bottiglia”. Per Albiera Antinori di Marchesi Antinori, “l’enoturismo in Italia sta assumendo un rilievo sempre maggiore. E’ un settore molto importante perchè ci offre l’opportunità di condivedere e far conoscere tutti gli aspetti legati al mondo vitivinicolo, la storia, l’arte, il territorio, le tradizioni e le persone che tutti insieme saranno i veri assets del futuro, soprattutto nel vecchio mondo, e noi, da anni abbiamo intrapreso questa strada”. Tra rispetto della tradizione ed innovazione continua - pensiamo alle “cantine d’autore”, funzionali al prodotto vino ed attrazioni turistiche a tutti gli effetti - l’enoturismo in Italia si arricchisce di nuove mete, territori protagonisti di una vera e propria ascesa e di un’offerta complessiva ad alta qualità: dal Veneto all’Umbria alla Puglia - la “rinascita” del Salento - fino alla Sicilia, al Trentino e le sue bollicine raccolte nell’unica denominazione Trentodoc.

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