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Libero

Il vino dall’Oriente al Mediterraneo. Un racconto sulle tracce di Dioniso ... Al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti... “Il vino non si beve soltanto, si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia e... se ne parla”. È Edoardo VII a citare l’insita ragione per andare a visitare la recente mostra allestita dal circuito museale di Firenze. Infatti Vinum Nostrum - la mostra allestita a Firenze al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti che resta in calendario fino al marzo prossimo - parla e racconta la storia del vino attraverso affreschi, sculture, mosaici, scritti, reperti originali e video. Dalle terre natie del Vicino Oriente, dove l’uomo ha appreso l’arte della domesticazione della vite selvatica, si ripercorre la civiltà enoica del mondo ellenico con l’usanza del simposio - banchetti aristocratici all’insegna dell’ebbrezza e della lussuria - fino a giungere alla gloriosa produzione e larga diffusione operata dai Romani. Che non consentivano alle donne di bere al contrario degli etruschi, di cui molto si narra in questa raccolta. Il termine latino Temetum stava ad indicare quel vino robusto, puro, talmente inebriante da esser proibito severamente alle donne, pena anche la morte. Angolo a parte se lo sono meritati Pompei e la civiltà dei Fenici e degli Etruschi per il loro forte contributo nel diffondere la coltivazione della vitis vinifera nel Mediterraneo. Inoltre gli affreschi e le diverse raffigurazioni catalizzano l’attenzione sul mondo parallelo del vino, quello dei riti e dei simbolismi religiosi e culturali. Infatti, da sempre considerato non come semplice bevanda ma come emblema della convivialità e della bella vita, il vino racconta di feste e rituali in onore di divinità come Dioniso per i greci prima e Bacco per i romani poi. Ai reperti archeologici di Pompei si deve anche la ricostruzione della “cella vinaria”, una sorta di stanza del tempo all’in - terno della mostra, dove corpo e mente ritornano ai tempi passati delle antiche vendemmie con pezzi originali quali anfore, botti, statue, vasi, carri e tanti altri antichi antichissimi strumenti. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 8.15 alle 18.50. A partire da settembre e ottobre l’orario di chiusura si sposta alle 18.30 e dopo l’avvento dell’ora solare alle 17.30; da novembre a febbraio le porte sono aperte fino alle 16.30 e da marzo ad aprile fino alle 18.30 (con il ritorno dell’ora legale). L’esposizione resterà chiusa ogni primo e ultimo lunedì del mese, a Natale e a Capodanno. Il costo del biglietto intero è di 10euro, mentre il ridotto è 5 euro. Per ulteriori informazioni potete contattare il numero 055 294883 o visitare il sito della mostra http://mostre.museogalileo. it/vinum.

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