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Libero

Rossi e arte a Faenza … In Romagna alla scoperta dell’altro Sangiovese … Disputa infinita fra toscani e romagnoli sul Sangiovese. Dicono i primi che quel vitigno è loro, dicono i secondi che la patria di quell’uva rossa, bizzarra, sublime, è questa terra che sta in faccia all’Adriatico. La verità probabilmente sta nel mezzo: e cioè che il Sangiovese è il vitigno più rappresentativo diffuso del centro Italia e che può essere stato portato in Romagna dai Medici quando comandavano da queste parti o viceversa che sia stato portato oltre l’Appennino in una transumanza viticola fatta di monaci e mercanti. In Toscana Sangiovese significa Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, Chianti Classico, come dire tra i vini più famosi del mondo. Qui tra le colline di Romagna Sangiovese è invece sinonimo di identità. Ma è una disputa ormai goliardica: perché tutti hanno accettato, e di buon grado, l’idea che dal Sangiovese si possono fare bottiglie di pregio assoluto. I romagnoli per decenni si sono acconciati a produrre buoni vini di pronta beva. Lasciando perdere le punte di eccellenza. Poi una ventina di anni fa ci fu il primo scatto in avanti e oggi con le sottozone che connotano la Doc Sangiovese di Romagna si è puntato - forse più e meglio che non in Toscana - alla valorizzazione territoriale tendo presente che il Sangiovese è sensibilissimo ai cambiamenti climatici e dei terreni dove viene allevato. A farsi interprete di questo balzo qualitativo è stato il Convito di Romagna, un’associazione di otto cantine (Calogna, Drei Donà, Fattoria Zerbina, Stefano Ferrucci, Poderi Morini, San Patrignano, San Valentino e Tre Monti ) che ha promosso il Sangiovese come emblema dell’eccellenza vitivinicola. E da questo primo nucleo si è arrivati oggi ad una panel di oltre 35 cantine che si riuniscono in Romagna per presentare in anteprima l’annata 2009 del Sangiovese di Romagna e l’annata 2008 della Riserva. L’appuntamento e a Faenza dove si tiene domani e lunedì “Vini ad Arte”. La sede è il prestigioso museo della Ceramica di Faenza, forse la più bella collezione europea di manufatti in ceramica. La declinazione di vino e arte è poi resa possibile anche dalla partecipazione all’evento di Artefiera e del Museo d’Arte di Ravenna. Per il pubblico, con ingresso a pagamento: il biglietto costa 15 euro più cinque di cauzione per il bicchiere da degustazione, c’è la possibilità di degustare domani in anteprima i migliori Sangiovese di Romagna in connubio con i prodotti d’eccellenza dell’Emilia Romagna a cominciare con il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma Dop. Lunedì invece ci sarà spazio per operatori e buyers che arrivano a Faenza da tutto il mondo sollecitati dall’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna che assiste il Convito e il Consorzio Vini di Romagna nell’organizzazione di “Vini ad Arte”. Per il pubblico oltre alle degustazioni viene offerta la visita al Mic (Museo della Ceramica) e alle mostre d’arte della città e di Ravenna. Insomma un buon modo per mettere insieme un week end di buon gusto in Romagna. (Info: 0542 673782).

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