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Bibenda e Tachis day per celebrare il Rinascimento di Bacco … Oggi è il Bibenda day che fa da prologo all’iniziativa che l’Ais, a livello nazionale, ha lanciato in tutta Italia e che sabato prossimo, 21 di maggio, animerà venti piazze d’Italia (una per ogni regione) con una giornata interamente dedicata alla cultura del vino. Per l’occasione Albano Carrisi, produttore di vino in Puglia, ha rimusicato e cantato l’inno di Mameli che sarà la colonna sonora di questo incontro con il vino tricolore in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia. Ma oggi i sommelier celebrano uno dei “maestri” del vino italiano Insieme al Bibenda day - che è la rivista dei Sommelier curata da Franco Maria Ricci e diffusa in tutto il mondo in oltre 50 mila copie - si celebra anche il Tachis day. Giacomo Tachis è uno dei “padri fondatori” dell’enologia italiana, tra gli uomini che hanno cambiato il corso del vino italiano, sprovincializzandolo e consegnandolo al successo mondiale. L’appuntamento con Tachis e ventiquattro dei vini che ha creato nella sua carriera - dal Tignanello al d’Alceo passando per il Solengo e il Pelago, il Campora e il Terre Brune - è oggi pomeriggio al Cavalieri Hilton di Roma con un concerto, uno show degli amici di Tachis, una lectio magistralis dell’enologo, e una degustazione “epocale” di queste bottiglie. Si comincia alle 15 e 30. Per informazioni: www.bibenda.it Una vigna “bio” Olycom Tra gli artefici del “rinascimento”, le sue scelte restano fra i contributi più preziosi al successo dei nostri vini, metodologie ormai “codificate” come selezione clonale, impianti ad alta densità, abbassamento delle rese, fermentazione malolattica, invecchiamento in rovere piccolo, capaci di far dialogare la tradizione italiana con quella francese, come Tachis dialogava con il suo mentore Emile Peynaud. Ma Tachis è stato anche antesignano del “wine - maker all’italiana”. Tra i suoi “grandi” committenti, Tenuta San Guido, Tenuta San Leonardo, Argiolas, Umani Ronchi. Enologo prima di tutto, ma anche consulente strategico, capace di riqualificare il vino siciliano, a partire dal Nero d’Avola, e quello sardo, con il Carignano.

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