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Libero

Il torchio … Il governo ha preso Fisco per fiasco … Non sappiamo se il titolare dell’agricoltura Saverio Romano, nel segreto del Consiglio dei Ministri, abbia fatto obiezioni alla manovra. Da quel che risulta ha perso un’ottima occasione per parlare. La rimodulazione dell’Iva - che è un positivo ancorché timido tentativo di spostare la tassazione dai redditi alle cose - poteva offrire una chiara indicazione che si intendono valorizzare e premiare i consumi sani e dei prodotti nazionali. Si poteva, ad esempio, attenuare l’imposizione sui prodotti Dop e Igp e inasprire la fiscalità sui consumi voluttuari, si poteva cercare di indirizzare anche per via di tassazione a spendere di più sull’alimentare, con benefici effetti sulla salute, e meno nel superfluo. Non lo si è fato e pace, ma è successo qualcosa di ancora più pernicioso. L’Iva al 21 per cento si applica al vino che è uno dei prodotti di punta della nostra economia agricola, ma che soffre pesanti riduzioni di consumo interno, mentre quella sulla birra resta al 10%. Una svista? Speriamo. Possibile correggerla? Indispensabile. Altrimenti è la solita tafazzata proprio mentre, per dirne una , in Francia un’analoga manovra fiscale ha risparmiato il vino e buona parte dei prodotti agricoli bleu. Senza considerare che la manovra sull’Iva toglierà alle famiglie italiane altri 300 euro di tasca. Con la conseguenza di contrarre ulteriormente la spesa alimentare e di peggiorarne la qualità a tutto discapito della nostra agricoltura: il solo settore anticiclico che in questi periodi di vacche magre ha assorbito manodopera. Con il vino al 21% e la birra al 10 il governo ha davvero preso fisco per fiasco.

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