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Libero

Il torchio ... Castagne & vino: non è un lieto Novello ... E poi dicono che non c’è da preoccuparsi per il clima pazzo che inonda e provoca stragi, che asseta e provoca carestie. Sarà. Ma questo è un autunno tristissimo per i gourmet soprattutto per chi è innamorato delle tradizioni. E tristissimo anche per chi è convinto che solo da un’agricoltura di montagna possa venire una salvaguardia del territorio e del suo valore antropologico. Castagne & vino quest’anno tradiscono: colpa della crisi, del clima e di un insetto. Sul fronte dei marroni siamo a metà della produzione: 30 mila tonnellate e contro una media di 60 mila. La colpa? In Campania e Calabria delle inondazioni, al Centro e al Nord della siccità. E ci si è messo anche un parassita che arriva dalla Cina: il Torymus sinensis che sta sterminando i nostri 780 mila ettari di castagneti. Conseguenza: i prezzi sono più che raddoppiati. Come al solito però ai castanicoltori vano le briciole: 1,5 euro al chilo contro i 5 che paga il consumatore. Si è fatta anche meno uva per colpa di due fattori: climatico ed economico. La continua contrazione di vigneti ha portato la superficie coltivata sotto gli 800 mila ettari. A risentirne la produzione del Novello - si stappa ufficialmente da domani - che è in caduta libera. Meno venti per cento con meno di sei milioni di bottiglie in totale. Ha perso appeal il vino nuovo e le cantine non hanno “sacrificato” la poca uva raccolta per fare un vino di prontissima beva e che ha una vita media di sei mesi. E così San Martino sarà senza caldarroste e senza vino nuovo. Siamo davvero in crisi: ci hanno tolto (rotto?) i marroni e non c’è neppure un lieto Novello.

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