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Vecchie viti, un giardino della memoria ... Dare nuova vita alle viti antiche, incrementando il già ricco patrimonio varietale: è l’operazione di cultura viticola che, anche grazie al metodo di potatura conservativa dei “Preparatori d’uva” Marco Simonit e Pier Paolo Sirch, impegnati in tutta Europa, potrebbe trovare in Montalcino un luogo d’elezione. “Il territorio di Montalcino è ricco di patriarchi della vite - ha detto Attilio Scienza, ordinario di viticoltura all’Università di Milano, alla presentazione del libro “Roma Caput Vini” di Giovanni Negri, nel trecentesco Castello Banfi, una delle più importanti cantine di Montalcino - e il terroir del Brunello non può prescindere dal valorizzare le vecchie viti e si deve far carico di questo progetto creando un “giardino della memoria della viticoltura” di Montalcino, dal valore storico e culturale”. Una idea che - per Jacopo Biondi Santi che nella Tenuta Il Greppo, dove è nato il Brunello, ha viti di 80- 100 anni - “potrebbe rivelarsi molto importante per creare un legame profondo tra vino, luogo d’origine e patrimonio culturale, e una differenziazione di prodotto negli stessi territori delle denominazioni”.

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