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Libero

I punti di forza delle nostre bollicine ... Dalle Marche alla Sicilia a tutta spuma. E a Orvieto rivive una cantina etrusca ... E poi dice che la storia non conta. Le Marche si avviano a diventare, oltre che terra di sapidi vini bianchi: dal Verdicchio alla Passerina, anche uno dei migliori giacimenti di spumanti d’Italia. Proprio uno dei massimi teorizzatori del vino “mordace”, si chiamava così lo spumante nel ‘600, era di queste terre: il medico Francesco Scacchi da Fabriano nel suo “De Salubri potu dissertatio” ai vini “piccanti” dedica un lungo capitolo in cui descrive le tecniche di vinificazione in larga misura ispirate al governo alla toscana, cioè l’aggiunta di mosto fresco a mosti già fermentati per ottenere la spuma. Logico dunque che quattro secoli più tardi alcune delle maggiori cantine marchigiane si siano messe sulla strada dello spumante: da Velenosi (nel piceno) a Garofoli (nello jesino) alle Terrazze (nel Conero) fino ai pesaresi. Le Marche hanno anche un record: la Vernaccia di Serrapetrona è l’unico spumante Docg a tripla fermentazione che si trova secco e amabile (cantine di punta: Alberto Quacquairini e Colli di Serrapetrona) adattissimo sia da tutto pasto che con i dolci e di recente altre due cantine come La Belisario di Matelica (fa un ottimo Brut da Verdicchio) e La Colmone della Marca di San Severino hanno prodotto vini frizzanti di pronta beva: la prima lo Zefiro incontro di Verdicchio e Trebbiano, la seconda Il Ciarliero da Venaccia nera. Da San Severino a San Severo si percorre buona parte della costa adriatica per arrivare alla cantina d’Araprì che in Puglia ha portato la cultura del metodo classico e produce ottimi spumanti sfruttando sia il Montepulciano (vinificato in bianco) che il Bombino Bianco con bottiglie come “La Dama Forestiera” o il Pas Dosè. E spingiamoci ancora più a Sud fino in Sicilia dove la tradizione spumantistica rimanda all’epoca dei Monsù,i grandi maestri di casa e cuochi dell’aristocrazia siciliana che cucinavano alla francese volevano vini alla francese. Allora sull’Etna si produceva più spumante che in Champagne sfruttando il Nerello Mascalese. Lo sanno bene il Barone Scammacca del Murgo e Benanti che ancora producono spumanti con questa uva etnea, mentre uno dei migliori spumanti d’Iatlia è sicuramente il Brut di Tasca d’Almerita che sfrutta il suo straordinario Chardonnay. Anche in Sardegna si affacciano gli spumanti: li ha prodotti per primo Sella & Mosca da uve Torbato. Niente male. Si diceva della storia e la notizia più ghiotta di questa fine d’anno arriva da Orvieto dove usando il Verdello, il Procanico e lo Chardonnay si stano producendo ottimi spumanti. Come quello della Decugnano dei Barbi che ha rimesso in funzione una cantina archeologica. L’azienda che produce un ottimo brut fa l’affinamento dei vini in una cava di epoca etrusca. La spumantizzazione avviene in cunicoli (si veda la foto al centro di queste pagine) scavati nel tufo tra fossili, conchiglie e in quella che era probabilmente una necropoli o un luogo di culto degli etruschi che probabilmente conoscevano già la tecnica della presa di spuma per i vini. Risalendo l’Italia ecco che nella zona di Soave si trovano ottimi spumanti (Coffele ad esempio) e ovviamente c’è l’Eldorado del prosecco tra Valdobbiadene e Cenegliano (Bisol, Ruggeri, Carpenè Malvolti) ma certo il giacimento più importante è l’Oltrepò Pavese dove c’è il vigneto più esteso d’Europa di Pinot Nero: base per ottimi spumanti (ad esempio quelli de La Versa o l’Oltrenero della cantina Il Bosco). Infine ecco il Piemonte dove il grande spumante italiano si è consacrato da due secoli. Che si chiami Asti o che sia il Brut Canelli è la culla della nostra vocazione spumantistica e qui da Contratto a Vigne Regali-Banfi, da Gancia a Martini ovunque il brindisi è eccelso.


Velenosi Grand Cuvée

Velenosi spumantizza anche la Passerina. Questo Brut è cremoso e agrumato. Euro 12.

Vigne Regali Banfi Brut

Prodotto in Piemonte. Spuma cremosa, sentori agrumati. Elegante e armonico. Euro 12.

Decugnano de Barbi Brut

Verdello, Procanico e Chardonnay per questo Brut metodo classico orvietano. Euro 16.

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