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Agricoltura, cucina e paesaggio ... Trentino, il valore della terra ... Dagli spumanti alla grappa: un racconto per emozioni che lega i prodotti a luoghi unici ... Il boom degli spumanti italiani nel mondo ha la sua terra promessa: è il Trentino. Qui lo chardonnay è diventato un vitigno oriundo, qui la sapienza spumantistica si è tradotta in straordinarie performances di qualità e di mercato. Riuscendo a fondere nell’istituto Trento Doc e in un denominatore costante di qualità l’immagine e il successo della produzione di grandi cantine cooperative come Cavit, come MezzaCorona, come LaVis che sta tra l’altro rilanciandosi e ora progetta consistenti investimenti in Alto Adige, di marchi di assoluto prestigio mondiale e storici come Ferrari e piccoli produttori d’eccellenza. Trento Doc è diventato un must dell’enologia mondiale. Al Vinitaly ad esempio ci sarà sia una degustazione (lunedì) riservata a questi vini di altissima classe sia la premiazione del Concorso Carta vini Trento Doc che premia i ristoranti che maggiormente hanno armonizzato la loro proposta gastronomica con gli spumanti trentini. Ma la coesione dei valori territoriali è l’arma vincente di questa enologia che peraltro si fonda su competenze tecniche di altissimo profilo sintetizzate nell’Istituto di San Michele all’Adige, una delle più prestigiose scuole enologiche del mondo che proprio a Vinitaly presenta le anteprime della vendemmia 2011, incluse le quattro nuovi cru della linea Monastero. Così lo sforzo del Trentino, attraverso le sue istituzioni, è quello di far percepire il valore complessivo di questa terra.
A Verona sfilano tutte le produzioni d’eccellenza. A cominciare dalla grappa: l’istituto di tutela grappa del Trentino porta a Verona 29 aziende per far percepire la diversità dei prodotti e la loro magia alchemica, per finire con le Strade dei Vini e dei Sapori che disegnano itinerari territoriali, sensoriali e turistici di rara suggestione. Ancora una volta il Trentino si proietta all’avanguardia nella promozione e nella valorizzazione delle produzioni territoriali di cui il vino rappresenta l’essenza di più immediata percezione. Basti ricordare che dalla Nosiola al Marzemino, dal Teroldego ai grandi Merlot, dal Vino Santo al Moscato passando per il Muller Thurgau e per enclaves produttive di Pinot Nero, il territorio trentino che è rappresentato dalle degustazioni organizzate a Vinitaly dall’Enoteca provinciale di palazzo Roccabruna, si propone come una sorta di universo viticolo capace di esaltare le peculiarità territoriali.
Ma il vino è necessariamente compagno di tavola. Così il Trentino ha deciso di sposare ogni vino ad uno dei suoi prodotti d’eccellenza agricola. A cominciare dai pani che in questa terra hanno un valore “sacrale” per arrivare ai salumi (luganega, speck trentino e carne salada) e concludere questa esperienza del gusto con i formaggi di alpeggio (provenienti da diversi ambiti del territorio: dalle Valli di Sole, Peio e Rabbi all’Altipiano del Vezzena, dalla Val di Non al Lagorai).
Questa è l’offerta che il Trentino propone nella più importante vetrina mondiale del vino, il Vinitaly appunto, organizzata attraverso le attività all’interno del padiglione 3, con uno spazio di circa 400 metri quadrati, organizzato dall’Assessorato all’Agricoltura, Foreste, Turismo e Promozione della Provincia autonoma di Trento, dalla Camera di Commercio, da Trentino Marketing e da Trentino Sprint, pensato per le degustazioni, per gli approfondimenti e per gli incontri con le aziende. Sono 80 le cantine trentine che sfilano a Verona e ogni girono sono in programma degustazioni e incontri con i buyer, rassegne gastronomiche, workshop territoriali. Ma oltre il Vinitaly il Trentino oggi propone un volto nuovo e diverso della cultura rurale: la messa a sistema delle eccellenze di prodotto con le opportunità del territorio che si fanno proposta turistica. Un modo nuovo per scoprire il valore di una terra antica che fa dell’agricoltura di specialità, integrata con il turismo, un potente motore di sviluppo.

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