02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Libero

L’export nei mercati emergenti ... India e Cina alzano le barriere per fermare le nostre etichette ... Il business mondiale del vino continuerà a crescere, almeno fino al 2015, e a guidare questo trend sarà l’Asia, trainata soprattutto dalla Cina, dove l’Italia del vino ha già avviato molti progetti, da Vinitaly Tour ad Hong Kong, porta d’accesso ai mercati d’Oriente, alla rete cinese di Enoteca Italiana, le aste di Gelardini & Romani, la degustazione- evento “Italian Wine Experience” de “Il Mio Castello” (editore de Il Mio Vino). Tendenza già nota, ma confermata anche dall’International Wine and Spirit Research da Vinexpo Asia-Pacific ad Hong Kong: in Cina il consumo tra il 2006 e il 2010 è cresciuto del 140% (1,5 miliardi di bottiglie) e può crescere ancora (si prevede del 54% da qui al 2015) visto che i cinesi bevono appena 1,1 litri di vino all’anno a testa, e, secondo Rabobank, il vino straniero imbottigliato che arriva nel Paese è solo il 17% del totale (con la Francia leader), ma cresce ad una media del 65% anno su anno. Il punto di riferimento per l’Italia del vino - che nel 2011 ha raggiunto il record di 4,4 miliardi di euro di export - restano però gli Usa, prima realtà al mondo per consumi (350 milioni di casse nel 2011), con ancora grandi potenzialità di crescita, un paradiso se non si dovesse fare i conti con la proliferazione di brand (120mila nuove etichette ogni anno) e una distribuzione in mano a pochi e con portafogli di prodotti sterminati, secondo realtà importanti del vino italiano, storicamente presenti negli States, come Zonin e Antinori. “In 10 anni gli Usa hanno aumentato l’importazione di vino per 90 milioni di casse e nel 2011 l’Italia vi ha esportato la cifra record di 116 milioni di casse, pari al 36% del mercato”, ha detto Ettore Nicoletto, ad Santa Margherita, presidente del Consorzio Italia del Vino (che raggruppa griffe come Banfi, Ferrari, Zonin, Gruppo Italiano Vini, Gancia, Drei Donà) nel workshop “Nuovi orizzonti di crescita nel mercato del vino Usa” dello Studio legale internazionale Withers Llp a Firenze. Tanti i margini di crescita, ma anche i problemi da risolvere, ha precisato il presidente di Federvini Lamberto Vallarino Gancia nella sua relazione all’Assemblea generale dell’organizzazione di Confindustria: “Bisogna supportarlo con la giusta promozione e lavorare per liberalizzare i mercati, spesso ostaggio di “safeguard actions” come in Brasile, dinamiche di protezionismo interno come in Cina, accise del 500% come in India», o dei dazi alla dogana in Russia. Tutti mercati dove la passione per i nostri vini è forte più che mai.


Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su