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VINO E CRITICA

L’Ornellaia 2012 (Frescobaldi) è il “Red wine of the Year” 2022 per il magazine Uk “Decanter”

Tanti i vini italiani, rossi e bianchi, nella lista dei migliori della rivista, voce più seguita nel mercato inglese, pilastro dell'export tricolore
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L’Ornellaia 2012 (Frescobaldi) è il “Red wine of the Year” 2022 per “Decanter”

L’Ornellaia 2012 della Tenuta dell’Ornellaia, icona di Bolgheri, del vino Italiano e uno dei gioielli del gruppo Frescobaldi, è il “Red Wine of the Year” 2022 secondo il prestigioso magazine Uk “Decanter”: così hanno stabilito, nello scrivere la lista dei migliori assaggi dell’anno, i tre giudici Vincenzo Arnese (head sommelier al ristorante Alain Ducasse at The Dorchester di Londra, il Master of Wine Pedro Ballestero Torres e la wine writer Amanda Barnes), dopo due giorni di degustazioni alla cieca di 125 etichette segnalate dai tanti degustatori che collaborano con il magazine inglese (tra cui gli italiani Aldo Fiordelli ed Alessandra Piubello, ndr).
Ennesimo importante riconoscimento per il vino italiano dalla voce più seguita della critica enoica in Uk, che segue quello della classifica 2021, quando il Belpaese vide un suo vino nominato il migliore dei bianchi, il Primo Terlaner I Grande Cuvée 2018 di Cantina Terlano, una delle perle dell’Alto Adige. E quello arrivato da “Decanter”, oltre che ad Ornellaia come miglior vino rosso, con una delle perle della galassia Frescobaldi che si conferma tra i vini più ricercati ed acclamati del mondo (mentre il miglior bianco dell'anno è lo Chardonnay Coal River Valley 2021 di Tolpuddle Vineyard, dall'Australia, e lo “Sparkling Wine of the Year” è un altro mostro sacro come lo Champagne Cristal Brut 2013 di Louis Roederer, ndr), è un riconoscimento corale della qualità della produzione tricolore, che vede tanti vini presenti sia nella lista dei migliori rossi, che in quella dei migliori bianchi (mentre l’Italia è assente nelle categorie dedicate a bollicine e vini dolci o fortificati, ndr).
Così, nell’elenco dei migliori esponenti rossisti del mondo, per il tricolore ci sono anche l’Antonio Radici Taurasi Riserva 2008 di Mastroberardino, il Barolo Gallinotto 2017 di Mauro Molino, il Barbaresco Montestefano Riserva 2016 dei Produttori del Barbaresco, l’Etna Calderara Sottana 2019 di Tenuta delle Terre Nere, il Valpolicella Ripasso Superiore 2017 di Pasqua, il Lupicaia 2016 di Castello del Terriccio, il Gschleier Alte Reben Vernatsch 2020 di cantina Girlan, il Palmento di Salina 2021 di Caravaglio, il Costa d’Amalfi A’ Scippata Riserva 2017 di Giuseppe Apicella, il Chianti Classico Levigne Riserva 2016 di Istine, ed il Barolo Sarmassa 2017 di Marchesi di Barolo sopra i 94 punti su 100, mentre come “altamente raccomandati” sono segnalati anche il Bardolino 2021 de Le Fraghe, il Contrada G 2018 di Passopisciaro ed il Langhe Nebbiolo 2020 di Luigi Voghera.
Ma il Belpaese sbanca anche tra i bianchi, con il Derthona Timorasso Colli Tortonesi 2020 di Vietti, l’Amani Friulano 2021 di Marco Felluga, dal Collio, il Salina Chianu Cruci Bianco 2021 di Caravaglio, il Verdicchio di Matelica Vigneto Fogliano 2019 di Bisci ed il Rossese Bianco 2018 di Manzone, accompagnati dai “raccomandati” Arbis Blanc 2019 di Borgo San Daniele, dall’Orvieto Classico Mare Antico 2019 di Decugnano dei Barbi, dal Piemme 2018 di Fattoria Le Pupille, dal Lis Friuli Isonzo 2017 di Lis Neris, ed ancora dal Lugana Trecampane 2019 di Marangona, dal Tradition Gewürztraminer 2021 di Terlano, dal Soave Calvarino 2020 di Pieropan, dal Sonnrain 2018 di Thomas Niedermayr, e dall’Etna Bianco Mareneve 2018 di Federico Graziani.
Una selezione importante che, ancora una volta, come accade spesso quando si guarda all’Italia, è un mix di tanti territori, dall’Alto Adige alla Sicilia, di tanti vitigni e di tanti brand, tra realtà affermatissime e ormai considerabili quasi dei “classici”, e realtà emergenti. Un quadro di insieme che è solo una selezione di un mosaico ben più ampio e variegato, che sta continuando a far crescere il vino italiano nel Regno Unito, che, nei primi 9 mesi 2022, ha aumentato le importazioni di vini italiani in valore del +14,9% sul 2021, toccandio i 582 milioni di euro. In quello che dopo Usa e Germania è il terzo pilastro più importante e solido del mercato mondiale del vino tricolore.

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