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IL NUOVO EVENTO

Milano scommette forte sul vino: dal 7 al 14 ottobre, la prima “Milano Wine Week”

A WineNews Federico Gordini: “coinvolgere più player possibile, innovare la comunicazione del vino. Il modello è il Fuori Salone del Mobile”
Italia
Cernilli, Gordini PierBergonzi e Ferraro brindano alla Milano Wine Week

Milano vuole tornare “da bere”, e scommette forte sul vino. Con un evento che metta a sistema l’esistente, ma che allarghi ancor più i suoi orizzonti, coinvolgendo locali, media, ma anche gallerie d’arte, librerie e così via, sul modello del Fuori Salone del Mobile e della Milano Design Week, cercando di innovare anche il modo di comunicare il vino, puntando sui professionisti del settore, ma anche sugli appassionati e sui semplici consumatori, e provando non solo a far riempire più calici, ma anche a far crescere la conoscenza sul nettare di Bacco. È l’idea di fondo della “Milano Wine Week”, che sarà di scena con la prima edizione dal 7 al 14 ottobre 2018 , e spiegata a WineNews dal suo ideatore, Federico Gordini, già firma e regista di eventi come “Bottiglie Aperte”, la “Milano Food Week” o Vi.Vi.Te, il salone del vino delle cooperative che ha debuttato nel 2017. “L’idea di un grande evento “di sistema” nasce dall’esigenza di organizzare qualcosa di grande sul vino a Milano, e questo concetto non poteva essere rappresentato da singoli eventi. Milano è una città nella quale per fare succedere le cose bisogna mettere insieme un grande sistema fatto di tanti interlocutori. Ho avuto l’esperienza delle Milano Food Week, dentro cui è nato “Bottiglie aperte”, che l’anno prossimo fa 10 anni, e che ci ha insegnato come si costruisce un evento in città.
Ottobre, in effetti, sottolinea Gordini, è un periodo in cui Milano è già caratterizzata da eventi del vino, da “Bottiglie Aperte” alla presentazione della guida di “Doctor Wine” di Daniele Cernilli, c’è la vendemmia di Via Montenapoleone, che da anni unisce le grandi griffe della moda mondiale in uno dei suoi luoghi più famosi nel mondo, alle cantine più prestigiose d’Italia, e così via.
“Abbiamo pensato che fosse opportuno partire dalla messa a sistema di tutto questo, e abbiamo costruito un progetto con una serie di interlocutori importanti. Partendo da chi il vino lo fa vivere tutto l’anno, che sono i locali di somministrazione, le enoteche, i wine bar, rappresentati da Epam-Fipe e Uevla, che, con Confcommercio, sono i primi proponenti di questa iniziativa. Per fare qualcosa di capillare serve il loro coinvolgimento”.
Un annuncio, quello della “Milano Wine Week” e del suo format, che, in maniera casuale, è arrivato pochi giorni dopo l’intervista a WineNews di Angelo Gaja, tra i produttori più “visionari”, in termini di narrazione del vino, del Belpaese, che ha ribadito, come sostiene da tempo, la necessità di un grande evento del vino a Milano, che cambiasse in qualche modo il modo di raccontarlo, uscendo anche dai propri confini, lasciando a Verona, con Vinitaly, il primato e la mission dedicata al business del vino, in Italia e nel mondo.
“Milano al mondo del vino può portare un’evoluzione nella comunicazione - sottolinea Gordini - è la città giusta per parlare di innovazione, business, investimenti intorno al vino, è una città che è diversa rispetto a Verona, che è la capitale fieristica e tale deve rimanere, nella nostra visione. È una città che può dare molto al vino come ad altri settori. Se si pensa al Fuori Salone del Mobile, alla Settimana del Design, che poi è il fenomeno da cui nascono tutti questi modelli di evento di sistema, si percepisce che Milano è il luogo della novità, della comunicazione. E vogliamo che lo sia anche per il vino, è un progetto che nasce quest’anno ma che darà i suoi frutti veri in un quinquennio, vogliamo che la manifestazione abbia una dimensione internazionale, che le persone la mettano nella loro agenda, e che sia occasione anche per costruire itinerari nei luoghi del vino italiano, legati all’evento”.

Un programma definito, a parte alcuni punti fermi, ancora non c’è, perché l’annuncio della “Milano Wine Week”, spiega Gordini, è anche una “chiamata alle armi” per tutti i player del vino italiano, dalle aziende, ai consorzi, ai media e non solo.
“Noi stiamo cercando di coinvolgere più interlocutori possibili, stiamo mettendo insieme iniziative completamente diverse, tra loro, da “Bottiglie Aperte” che sarà l’apertura, il 7-8 ottobre, alla presentazione della Guida di Daniele Cernilli, il 14 ottobre, in chiusura, e che ormai è appuntamento fisso nel panorama milanese, ma vogliamo far diventare evento anche la presentazione della “Guida ai Vignaioli” del “Corriere della Sera”, firmata da Luciano Ferraro e Luca Gardini, o di “Pop Wine” della “Gazzetta dello Sport”, organizzare iniziative fatte con i media, e speriamo che ci sia anche WineNews, uno dei punti di riferimento della comunicazione del vino in Italia. Vogliamo che sia una cosa che appartiene e coinvolge tutto il mondo del vino. Quando costruisci un evento di sistema devi costruire una regia, un involucro, anche a livello di comunicazione, che permetta di essere nella struttura a tante idee, tanti player, tante realtà. Proprio per questo abbiamo una struttura organizzata per stimolare il fatto che gli altri arrivino. Non abbiamo presentato un calendario definitivo, ma fatto una “call to action”. Ottobre è un periodo importante per il vino, è un periodo in cui si vende molto, e Milano è una città commercialmente molto importante, e quindi è importante che rispondano le aziende ed i locali, cosa che sta avvenendo. Ma ci sono anche i Consorzi, che possono fare cultura di prodotto in maniera innovativa. Per esempio, faremo dei “quartieri del vino”, dei “wine districts”, con il quartiere abbinato ad un Consorzio, e con i locali del quartiere che valorizzeranno i prodotti di quella denominazione, ma anche con tante attività per fare comunicazione cultura di prodotto. Vorremmo che, dopo la “Milano Wine Week” e quello che si concretizzerà al suo interno, la gente non chieda più un “prosecchino”, ma sappia la differenza che c’è tra un Prosecco, un Alta Langa, un Franciacorta, un Trentodoc, un metodo classico delle Marche e così via. Dobbiamo cercare di fare in modo che, attraverso queste iniziative, venga data la possibilità alle persone di capire di più il mondo del vino, con semplicità, senza dimenticare però momenti specifici legati al business, come un forum, per esempio, il “Milano Wine Business Forum” (a Palazzo Bovara, che sarà la “casa base” della Mww), dove si parlerà di finanza e dei nuovi modi di vendere il vino e così via. Il modello è esattamente quello del Salone del Design, dove ci sono momenti ultra tecnici, ma anche momenti aperti al pubblico. Ci stanno credendo in tanti, abbiamo già con noi Eataly, Signorvino, La Rinascente, che, a Milano, è un punto fermo del food, c’è una partecipazione importante anche di interlocutori come gallerie d’arte, librerie, e c’è una contaminazione pazzesca, ancora più alta di quella della “Milano Food Week”, anche perché è molto più facile con un prodotto finito come il vino, per esempio, che organizzare uno show cooking in una galleria d’arte”.
Insomma, il dato è tratto, ed il percorso che vuole riportare Milano al centro degli eventi del vino, è partito. A guidarlo, insieme a Federico Gordini, il Comitato Scientifico, coordinato da Luciano Ferraro, caporedattore centrale del “Corriere della Sera”, e composto da Daniele Cernilli, fondatore della guida “DoctorWine”, Pier Bergonzi, vicedirettore della “Gazzetta dello Sport”, Andrea Grignaffini, direttore di “Spirito diVino” e membro del Comitato Scientifico di “Alma”, Luca Gardini, comunicatore del vino e sommelier campione del mondo 2010, Gigi Brozzoni, curatore della “Guida Oro Veronelli”, e Antonio Paolini, giornalista enogastronomico del “Gambero Rosso” ed anche collaboratore di Winenews.

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