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Panaorama

Per non rischiare c’è una sola arma, la cultura ... E’ capitato al Sassicaia e al Brunello di Montalcino, al Moet & Chandon e allo Chateau Margaux. Vini e champagne per palati esigenti (e tasche generose) copiati, ma solo nel marchio, per “l’inesperto che, affascinato dal nome, pensa di essere bravo perché è riuscito ad avere a poco prezzo qualcosa che invece costa molto”. Ulisse Vivarelli, dell’Accademia italiana della cucina, raccomanda di evitare come la peste i facili affari e di affinare il gusto, magari con frequenti viaggi enogastronomici. Per poter poi entrare in enoteca e decidere quale vino comprare solo dopo aver “guardato bene la bottiglia, l’etichetta, il colore in trasparenza, la sedimentazione, il tipo di tappo”. Imparare a districarsi tra i falsi inganni delle etichette è un secondo comandamento. “Un mio amico è venuto da me mostrandomi tutto contento una bottiglia di distillato di castagne. Ma come, la castagna non si distilla. Riportala subito dove l’hai comprata”. Conclusione: “Anche il commerciante era stato ingannato e in realtà il liquore era all’aroma di castagne. Per gli ignoranti c’è pochissimo spazio, mentre ai colti è data la facoltà, almeno, di distinguere cibo buono da cibo cattivo”.

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