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Panorama / Economy

Vi dico che cos’è la cantina aperta ... Francesco Zonin. Le aziende vinicole? Troppo concentrate su se stesse. Ecco perché il vicepresidente dell’azienda veneta ha sfidato 13 “vinofili” a creare il loro rosso ideale. Sul web... Diciamocelo, di primo acchito l’idea appare bizzarra. Come può internet, dove il gusto e l’olfatto sono impediti, costituire una nuova strada del vino? Eppure, per Francesco Zonin, 35enne vicepresidente dell’omonima casa vinicola, che gestisce da 10 anni assieme al padre Gianni e ai fratelli Domenico e Michele, è proprio così. “Perché fare vini che piacciono solo a chi li produce?” osserva. “I gusti del consumatore sono in continua evoluzione. Ma le aziende, troppo concentrate su se stesse, risultano spesso incapaci di cogliere queste sfumature, perdendo così la possibilità di anticipare le trasformazioni del settore”. La risposta? Il vino fai da te. Od “open source”, come lo chiama Zonin. Che ha sfidato 13 blogger, tra esperti e semplici vinofili, a creare ciascuno una sua versione personale del nuovo vino del Feudo Principi di Butera, la tenuta siciliana di famiglia. Per mesi i 14 si sono dati appuntamento sul sito Myfeudo.it e il 10 aprile s’incontreranno al Vinitaly. “Dove degusteremo alla cieca e daremo un voto a ogni blend, cercando elementi comuni o uno stile predominante per capire che direzione stia prendendo il gusto. Dal confronto, e soprattutto dal vincitore, arriveranno le indicazioni da seguire in vigna e in cantina. E già dalla prossima edizione il panel si allargherà a 20 persone”. Quasi un reality show, insomma, con tanto di sondaggio online aperto a tutti per scegliere il nome del nuovo vino. E manco a dirlo la Zonin è anche su Facebook. Ma internet ha anche un altro pregio, quello di abbattere i costi di comunicazione. “La capacità di un’azienda di comunicare il proprio prodotto è limitata dalla sua facoltà di spesa” nota Zonin. “Poiché il mercato vitivinicolo è composto prevalentemente da soggetti medio-piccoli, il web rappresenta una risorsa eccellente per i produttori, in quanto permette un rapporto immediato col consumatore finale. Una strategia di marketing one-to-one a costi sostenibili”. Un fattore critico, quello di contenere le spese, in un momento difficile per il settore com’è quello attuale. Lo sa bene Zonin, che dal 2006 fa anche da testimonial per le campagne pubblicitarie dell’azienda. “Mi hanno scelto perché sono a costo zero e a chilometro zero” ironizza. “Del resto la competizione è sempre maggiore e, sebbene i consumi non siano in contrazione, non sono sufficienti per assorbire la produzione, vera piaga del mercato in Italia come in Francia e in California”. Un altro problema è la frammentazione. “Motivo per cui, oltre alla capacità di produrre vini di eccellenza con un corretto posizionamento di prezzo, per avere successo è imperativo migliorare le capacità distributive e investire in professionisti di qualità”. Per la Zonin il 2009 è stato un anno discreto: secondo dati ancora non ufficiali, il fatturato italiano, che pesa per il 50%, si è mantenuto sui livelli del 2008, a 45 milioni di euro, mentre l’export ha messo a segno un incremento del 16%, toccando i 45 milioni. Tra i prodotti storici del marchio, il prosecco spumante è ormai il leader assoluto in Germania e un anno fa è sbarcato anche in Cina, con un’aggressiva campagna da Shanghai alla Mongolia. Ma è negli Stati Uniti che la casa vinicola registra la crescita più significativa. Dove ha chiuso il 2009 a 18 milioni di euro e nel 2010 dovrebbe attestarsi sui 25-26 milioni. E rientra nella strategia di coinvolgere il consumatore finale anche l’apertura di un ufficio ospitalità, coordinato dalla sede storica di Gambellara (Vicenza), con un hospitality manager in ogni tenuta dell’azienda. “Il migliore strumento di marketing per una casa vitivinicola è la conoscenza diretta del mondo che sta dietro e dentro la bottiglia. Per questo le nostre cantine sono aperte 365 giorni all’anno. Nel 2009 in Italia abbiamo avuto circa 100 mila visitatori, 110 mila in Virginia (a Barboursville Vineyards, di proprietà degli Zonin dal 1976 e oggi indirizzo modaiolo per l’agriturismo di lusso, ndr)”. In attesa, ovviamente, che internet trasmetta anche profumi e sapori. Zonin senza dubbio ci spera.

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