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Panorama / First

Stile Classico ... ...Un dono, un brindisi, un tocco d’artista, un soffio di memoria: il lusso dei tempi...
Codice d’onore.... Corre una rete di gallerie, sotto la maison Mumm, a Reims. La più importante è dedicata a René Lalou, l’uomo che guidò la casa dal 1920 al 1973. Poca luce, una grande botte attorno alla quale si offre agli ospiti un calice della cuvée R. Lalou. Ogni anno arriva dalla corte d’Inghilterra un assaggiatore che certifica che quello è ancora lo champagne di Her Majesty. Sulle terre di Mumm sono passati guerre e invasori: ma resta il vino delle imprese e degli sportivi, che dai tempi del fondatore, Georges H. Mumm, porta il cordone rosso della Legion d’onore.

Stile Liberty... Solo 150 pezzi al mondo, solo 10 in Italia: una speciale confezione di Belle Epoque Vintage 1998 Magnum in un vaso creato ad hoc da Christofle (3.000 euro). Lo champagne ingabbiato nella sottile filigrana che lascia intravedere la bottiglia con gli anemoni disegnati nel 1902 da Emile Gallé, che rappresentano il meglio della produzione della casa. L’ideale sarebbe gustarne gli aromi di fiori bianchi e di frutta matura, tra la pesca e la pera, nella sede di Perrier-Jouët, museo del liberty a Epernay, la capitale dello champagne.

Bollicine d’autore... La cuvée di Laurent-Perrier porta il nome di un’epoca d’oro: le Grand Siècle del regno del Re Sole, Luigi XIV (1683-1715) che segnò anche l’arrivo dello champagne a corte. E il legame tra vino e cultura vive ancora nella passione per l’arte della maison, sponsor della mostra “Schifano 1934-1998”, aperta a Milano sino all’1/02/2009. Quadri immensi, come la “Chimera” che Mario Schifano disegnò all’aperto a Firenze in sei ore: “I fiorentini salaci all’inizio ridevano” ricorda Achille Bonito Oliva, tra i curatori, “ma mentre l’opera prendeva forma si tacquero sino ad arrivare a un emozionante silenzio”.

Oro Rosa... Dom Pérignon Rosé Vintage 1996, versione Gold Rosé Mathusalem. Basterebbe la lunghezza del nome, oltre alla bottiglia da sei litri avvolta in oro rosa per giustificare il costo: 50 mila euro. No, non è alla portata di tutti, ma è l’opera d’arte di Richard Geoffroy, chef de cave di Dom Pérignon. E’ lui che ogni anno crea i nuovi champagne che portano il nome del monaco che alla fine del ‘600 codificò l’arte dello champagne. E’ lui che decide quando un vino raggiunge la plenitude che lo fa degno di portare quel nome. Un mondo che monsieur Richard con i suoi cuochi gira per cercare i cibi capaci di esaltare le qualità del “suo” champagne, alla ricerca delle sette sensualità.

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