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Panorama

Bianco o rosso, l’importante è che si adatti al territorio: dal Veneto alla Toscana, le varietà in grado di dare grandi risultati nelle annate difficili ... Le viti vecchie non tradiscono. Le varietà autoctone che si sono adattate nel tempo alle condizioni climatiche e del terreno riescono a superare periodi di stress climatico e anche nelle annate defficili possono dare ottimi risultati. Un esempio: il sangiovese, vitigno presente in varie regioni, Emilia-Romagna e Toscana tra tutte, e capace di dare vini tanto diversi a seconda delle caratteristiche pedoclimatiche. “Solo con la resistenza e il vigore delle vecchie viti di sangiovese e malvasia nera riesco ad avere l’uva adatta per i Sodi di San Niccolò, un supertuscan ottenuto con uvaggio tradizionale del Chianti” spiega Paolo Panerai, appassionato viticoltore (oltre che giornalista ed editore al Castellare di Castellina (www.castellare.it), dove ottiene risultati eccellenti anche da varietà internazionali come merlot e cabernet, utilizzate in purezza per produrre Poggio ai Merli e Coniale. Con analoga filosofia Paolo Polegato coltiva e vinifica da 17 anni nella sua azienda Astoria a Crocetta del Montello (www.astoria.it). “Valorizziamo il prosecco, capace di attrarre i giovani, accanto a vitigni come il marzemino e il malbech” dice Polegato, ideatore di un etilometro portatile che ha diffuso in una campagna di prevenzione nel Trevigiano.

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