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Panorama

Storie di vino - Schumann e il rosso da pesce. A proposito di vini preziosi, musica classica e abbinamenti arditi ... Avevo assaggiato le ultime annate dei tre vini maggiori di Elisabetta Foradori la stessa sera di fine aprile in cui Maurizio Pollini teneva il suo concerto romano. La suggestione congiunta di sapori e di suoni eccellenti mi suggerì l’accostamento eccitante fra quelle superbe bottiglie e i tre movimenti della Fantasia op. 17 di Robert Schumann. Il vino come è noto, ha un’anima. Ogni bottiglia modula sentimenti diversi. Schumann compose il primo movimento “da eseguire in modo fantastico e appassionato” quando il cuore gli ardeva per la giovane Clara, ma non era certo di poterla impalmare. Ecco dunque l’apparentamento con il bianco Myrto 2002, sposalizio mirabile di Sauvignon Bianco (60 per cento), Pinot Bianco e incrocio Manzoni. Ne risulta un piacevolissimo vino serio, biondo e col naso asciutto, che mescola sentimenti nordici e complessi come quelli del grande compositore romantico tedesco.
Il secondo movimento della Fantasia alterna energia a dolcezza (le cose con Classe vanno meglio, il musicista è più rilassato). Ecco dunque la rotondità preziosa del Teroldego Rotaliano detto semplicemente Foradori. E’ il classico vino rosso elegante da tutto pasto nato ai bordi del fiume Noce nella Valle dell’Adige.
Infine, la gloria del terzo movimento. Schumann sposerà la ragazza amatissima e il coronamento della storia merita l’abbinamento con il vino più prezioso della collezione Foradori, il Granato. Anche qui siamo dinanzi a un Teroldego in purezza, scelto tra i frutti migliori della casa. Un vino solenne, magnifico, tecnicamente perfetto.
Una sera a Venezia 11 commensali al ristorante ordinarono di scegliere il vino: operazione di eccezionale imbarazzo sempre, quasi impossibile da compiere con serenità quando si è ospiti. I miei amici decisero che con il pesce, secondo la deplorevole moda attuale, si dovesse bere rosso. Ne scelsi uno di media caratura che li lasciò indifferenti. Ordinai secco il Granato superando il doppio disagio di un abbinamento inconsueto e di un ricarico sul prezzo spropositato da parte dell’oste. Fui portato in trionfo. Onore dunque a Elisabetta Foradori e a quest’azienda di donne che non sbagliano un colpo.

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