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Panorama

Storie di vino - Calici da Mille e una notte. Vini superbi di uve siciliane proposti da un’azienda altisonante ... Eravamo in Campidoglio a parlare dell’incerto destino del made in Italy dinanzi all’assalto cinese. Al buffet mi sentii chiamare da una voce gentile. Ebbi il timore che fosse una cinese a propormi un suo vino magnificamente copiato dai nostri e in vendita a 3 euro per bottiglia. Mi trovai invece dinanzi una bella signora italiana, Josè Rallo, che mi porse amabilmente un bicchiere: “Vuole assaggiare un bianco? E’ di Donnafugata”. Le feci i complimenti, ma poi scoprii che se i bianchi sono buoni, se il Passito di Pantelleria Ben Rye è eccellente, il cuore dell’azienda sempra riposto nei tre importanti vini rossi. La mia etichetta è dedicata al Mille e una notte che costa 37 euro ed è il re della casa. E’ fatto per il 90 per cento di Nero d’Avola, l’uva siciliana madre di tanti vini superbi, appena integrata da altre uve autoctone. Il vino è certo imponente, ma, controcorrente e con un’alta probabilità di errore, mi permetto di affiancargli alla pari i due vini paggi: l’Angheli e il Tancredi che costano meno della metà. Il Nero d’Avola è il nerbo di entrambi, ma nel primo si sposa con il Merlot e nel secondo con il Cabernet Sauvignon. Bene, due matrimoni diversissimi. L’Angheli è il tipico figlio di una ruggente donna del Sud con un tosto proprietario del Nord: i caratteri s’incontrano, l’equilibrio è perfetto. Il Tancredi ha la stessa madre, ma un padre più aristocratico: maggiore morbidezza e abbinamento forse più facile. Ma il re, s’intende, resta il re.

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