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Allegrini 2024

Panorama

Storie di vino ... Dolce Amarone. È più morbido quello dl Allegrini... Era il 22 agosto 2003, a tavola nella prefettura di Verona, prima di andare a vedere un’opera in Arena, Romano Prodi, ancora presidente della Commissione europea, brindava con Gerhard Schroeder, allora cancelliere della Repubblica Federale.
L’ospite tedesco mi confidò di amare i grandi vini toscani e i grandi piemontesi, ma quando con la scottona al tegame fu servito l’Amarone Allegrini del ‘99, Prodi alzò il calice e disse: “Gerhard, Amarone by Allegrini is the best of the best” (l’Amarone di Allegrini è il meglio del meglio). Schroeder convenne che quel vino era all’altezza dei grandi toscani e dei grandi piemontesi. Occasionale partecipe di quella mensa (il sindaco mi aveva invitato all’ultim’ora per occupare il posto lasciato vuoto a tavola dall’improvvisa defezione di Silvio Berlusconi), convenni che stavamo bevendo un grandissimo vino.
Ho ripensato a quella serata stappando la settimana scorsa un magnum dell’annata 2000. Vino straordinario che mi suggerisce discorsi analoghi a quelli fatti per i Barolo e i Brunello di grandissimo lignaggio. Anche l’Amarone Allegrini è cambiato in meglio. Nella sua classe, è diventato assai più morbido e bevibile che in passato, quando mettere in tavola un Amarone come questo faceva venire le fibrillazioni sugli abbinamenti. Ai tradizionali accostamenti alla selvaggina (e ai nuovi suggerimenti di accompagnarvi la cucina orientale) si può aggiungere un pasto importante a base di carne. Allegrini si appresta dunque a celebrare al vertice dell’enologia italiana i 450 anni dalla fondazione che cadono nel 2007. Fin da allora la famiglia si occupava di vino e bisogna riconoscere che è cresciuta bene. Accanto all’Amarone questa casa produce altri vini eccellenti. In vetta c’è la La Poja, che ha in comune con l’Amarone quasi tutte le uve, a cominciare dalla Corvina, ma che non segue le stesse tecniche di appassimento. È un grande vino per grandi piatti. Ma anche qui non lasciatevi intimidire. Segnalo infine la Valpolicella vulgaris di medio prezzo e di qualità che riconcilia con un nobile vino purtroppo spesso prodotto con risultati modestissimi.

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