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Panorama

Buon poker, ma non vince ... Decide l’annata per borgo San Daniele, etichetta di classe... Un doveroso avvertimento al lettore: prenda con le molle i miei giudizi sui vini dell’azienda Borgo San Daniele perché essi in genere sono sottostimati rispetto a quelli delle guide principali. I miei amici del Gambero rosso attribuiscono tre bicchieri all’Arbis Blanc, al Tocai e al Pinot Grigio. Il bravissimo Franco Ricci, patron del Duemilavini, è più cauto e assegna la palma dei cinque grappoli soltanto all’Arbis Blanc.
Mi trovo in maggiore sintonia, per una volta, con la Guida dell’Espresso: tre bottiglie su cinque all’Arbis Blanc, all’Arbis Ros e al Pinot Grigio di questa bella azienda di Cormons (Gorizia). Valutazione buona, ma non ottima. Ho assaggiato i quattro vini principali di Borgo San Daniele e confesso con un po’ di imbarazzo di non aver provato alcuna emozione.
Si tratta di buoni vini, intendiamoci, venduti in enoteca tra i 19 e i 25 euro. Ma sorprendentemente piatti, nonostante la grandissima classe dell’etichetta segno di sicura eleganza nella gestione dell’azienda. Rileggo i miei appunti: buona persistenza senza picchi (Pinot Grigio), vino onesto da tutto pasto con una certa ritrosia caratteriale (Arbis Ros, uvaggio di Cabernet e Pignolo), solido ma anonimo (Tocai 2005). Un punto in più solo per l’Arbis Blanc (Tocai, Sauvignon, Chardonnay, Pinot Bianco). Poi riguardo un vecchio appunto sul Tocai 2003 e trovo un giudizio magnifico: profumo avvolgente, gusto pastoso e imponente. È dunque solo questione di annate?

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