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Panorama

Bianchi friulani di gran fascino ... Magnifici uvaggi dai 12 ai 58 euro per il grandissimo Picolit. Quando una trentina d’anni fa scelsi Livio Felluga come mio primo fornitore di vini bianchi friulani, rimasi colpito dalle etichette, con la porzione di Friuli dell’amata Cormons. Nel 2006 la Carta geografica di Felluga ha compiuto cinquant’anni e sono state prodotte 1956 bottiglie di Pinot Bianco. A me è toccata la numero 856. Il colore è caldo e seducente, il sapore riservato e corretto. Il vino migliore è tuttavia un uvaggio di Pinot Bianco, Tocai e Sauvignon che si chiama Terre Alte e costa quasi 30 euro in enoteca. Sono quattro anni che non lo assaggio, ma ne ricordo il grandissimo fascino.
All’epoca rimasi molto impressionato anche da un altro Pinot bianco in purezza (22 euro), chiamato Illivio in onore del patriarca che allora compiva 86 anni. Ho assaggiato l’ultima annata disponibile e sono rimasto deluso. Un vino di prezzo più modesto (15 euro) mi ha dato maggior piacere, è il Friulano, ormai è proibito chiamarlo Tocai (scritto sul retro): bello, robusto, orgoglioso.
Il rapporto qualità/prezzo (12 euro) è eccellente per lo Sharjs, magnifico uvaggio dove la Ribolla gialla arricchisce lo Chardonnay: perciò merita l’etichetta che illustra questo articolo. Il rapporto q/p è rischioso per il rosso più importante della casa, il Sossò, uvaggio di Merlot e di Refosco: 34-36 euro sono tanti per un vino elegante ma troppo cupo. E non sono pochi i 20-22 euro per il Refosco di base: i Felluga possono far meglio. Chi ama i vini da dessert può togliersi lo sfizio, per 58 euro, del grandissimo Picolit di Felluga.

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