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Panorama

Io, re dei camion (e del Canada) ... Emigrato da Lucca a Toronto nel 1956, oggi controlla un gruppo che fattura oltre mezzo miliardo di dollari. Così, a settant’anni, ha deciso di ritornare nella sua Toscana. Per guadagnare anche col vino... ...Nel cuore del Chianti classico, a pochi chilometri da Siena, ha acquistato un’azienda vinicola, che ora porta il suo nome: 50 ettari, 413 mila viti di Cabernet, Merlot e Petit Verdot. Andrea Paletti e Michel Rolland, rispettivamente un agronomo e un enologo di fama internazionale, cureranno la produzione di tre etichette: AI Passo, VaIdisanti e Picconero. Ma fare il vino per Tolaini non è certo un passatempo. Tanto per cominciare ha ideato, brevettato e fatto produrre in Canada un microtrattore manovrabile con i piedi, che lascia libere le mani dei vendemmiatori e fa risparmiare il 50% del tempo e il 40% della manodopera. La piccola innovazione ha già attirato l’attenzione dei più noti produttori di vino della zona. E poi, visto che è inutile fare un buon prodotto se poi non lo si fa conoscere, Tolaini ha pensato di investire 5 milioni di dollari in un’azienda importatrice, la Banville and Jones, grazie alla quale 300 mila bottiglie del suo rosso arriveranno sul mercato americano. Insomma, finalmente Tolaini non è più povero e adesso il buon vino se lo produce da solo. Eppure non ha l’aspetto del magnate arricchito. L’unica concessione al cliché, ma naturalmente molto italiana, è la passione per le Ferrari.

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