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Panorama

Dal 1600 rarità per intenditori ... Il singolare Gelsaia prodotto solo cinque volte in dieci anni... “Vino di contrada ruspio e gagliardo, ne­ro come la pece, adatto ai palati solidi di forte carattere”. Così lo scrittore Ferruc­cio Mazzariol parla del vino che gli nasce accanto, il Raboso Piave. Noto fin dal ’600 eppure raro e dunque chicca per ap­passionati, almeno nella versione più no­bile proposta da Giorgio e Cristina Cecchetto, il Gelsaia. Chiamato così perché fatto nel paese dei gelsi, questo vino è in realtà assai meno scontroso di come lo de­scrive Mazzariol. Ho avuto nei giorni scorsi l’opportunità di assaggiare le sole cinque annate prodotte finora tra il ’94 e il 2003 e me ne sono innamorato. Alcu­ne assonanze sentimentali mi hanno ri­cordato per profondità raffinata il Montepulciano d’Abruzzo dell’indimentica­bile Edoardo Valentini: anche quello, per dirla con Mazzariol, è vino ruspio e ga­gliardo. Qui Cecchetto, lavorando uve parzialmente appassite, vi aggiunge la morbidezza veneta che esplode nell’an­nata ’97, la più suggestiva tra le cinque. Un vino singolarissimo, frutto di ac­curate ricerche scientifiche, che pure è piaciuto a tutti i fortunati palati che l’hanno diviso con me a tavola. Un vino che s’abbina benissimo con la mostra ve­neziana di Lawrence Carroll (distante un tiro di schioppo da Vazzola, Treviso, do­ve sta Cecchetto) perché ne condivide i colori caldi. Più semplice e austero il Ra­boso Piave di base, mentre è straordina­rio il Passito che sta per andare in com­mercio e che sublima il Gelsaia. Ottimo, per entrambi, il rapporto qualità/prezzo. info@rabosopiave.com
Gelsaia, 22 euro in enoteca
Raboso Piave 16 euro
Passito 18 euro.

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