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Panorama

Morbidi segreti del Gattinara ... Storie di vini... Autunno a Vercelli: perché non abbinare all’intrigante mostra sugli anni americani di Peggy Guggenheim un buon bicchiere di Gattinara? Si può andare dagli Antoniolo. Sono produttori di qualità ormai alla terza generazione, con Alberto e Lorella. La casa ha mantenuto il rigore imposto al vino dal fondatore Mario nel ’48. Rigore, non immobilità. Prendiamo il Gattinara normale del 2003: per accompagnare un piatto di castagne non volevo disturbare i tre grandi cru. Eppure, le mie castagne erano così sorprese di tanta morbidezza da ricordarmi l’Estasi di Santa Teresa di Gian Lorenzo Bernini. I tre cru se la tirano assai: sono molto aristocratici e non lo nascondono. Ho assaggiato in anteprima il 2004 dell’Osso San Grato: grandissima annata che darà il meglio di sé tra un po’. Si dice che il Castelle 2003 sia più morbido del San Francesco coetaneo: sbaglierò, ma mi è parso il contrario. Lasciate ossigenare il San Francesco e scoprirete tutti i segreti del Gattinara. Il Bricco Lorella Rosato (Nebbiolo in purezza) è delizioso e ha ragione la proprietaria a dire di aver precorso i tempi, producendolo dall’84. Aspro e virile il bianco Erbaluce 2007 (antoniolovini@bmm.it).
In enoteca: Erbaluce di Caluso 10 euro; Coste della Sesia doc Rosato Bricco Lorella 10 euro; Gattinara docg 23 euro; Vigneto San Francesco 34 euro; Vigneto Castelle 37 euro; Vigneto Osso San Grato 37 euro.

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