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Panorama

Vitigni austeri sulle falde dell’Etna ... È una Sicilia nuova quella proposta fino a fine febbraio da 30 grandi fotografi ad Acireale. E niente più del vino dimostra quanti passi in avanti abbia compiuto quest’isola meravigliosa. Si prenda l’azienda di Giuseppe Benanti, alte pendici dell’Etna. L’etichetta che illustra questo articolo è del Neretto Cappuccio 3003. Non è il vino più importante dell’azienda, ma è quello, profondissimo e sensuale, che mi è piaciuto di più. E volete mettere il fascino di un vitigno autoctono di origini ignote, visto che risulta lì da sempre? Buonissimo anche il Majora 2003: frutto di un uvaggio ambizioso (Nero d’Avola, Syrah, Tannai e Petit Verdot), si segnata per l’austerità del sapore. Più morbido, e quindi più gradito al mio palato lascivo, il Serra della Contessa 2004, frutto dello sposalizio tra Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio. Stesso uvaggio e lavorazione più commerciale per il Rosso di Verzella 2007, vino corretto da tutto pasto (benanti@vinicolabenanti.it). Prezzi indicativi di vendita in enoteca: Nerello Cappuccio 24 euro, Majora 30 euro, Serra della Contessa 28 euro, Rosso di Verzella 12 euro.

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