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Panorama

Ogni ricco un capriccio ... Se tutti i milionari fossero come lo stilista Cesare Paciotti, per i cronisti del glamour non ci sarebbe trippa. Lupo di mare senza macchia e soprattutto senza paura d’infradiciarsi i mocassini, si vanta spesso di pulire da solo il ponte della sua Itama 46 da 15 metri e di non sopportare i cafoni yacht vetrina che ogni estate solcano i mari europei. Imperdonabile controsnobismo quello di Paciotti. Meno male che ci sono ancora russi, arabi e pachistani a mantenere in voga un plateale gusto per il superfluo, solcando Mediterraneo e Caraibi a bordo dei circa 300 gigayacht (il prefisso mega appare inadeguato) che tra luglio e agosto incrociano nel rettangolo d’oro del lusso galleggiante: Porto Cervo, Capri, Ibiza e Saint-Tropez.
Gente che salpa festante coi congelatori e le cantine pieni di ogni leccornia ma che si sveglia un bel giorno (e spesso anche in piena notte, come fa Mick Jagger, goloso senza speranza di satisfaction della millefoglie ai frutti di bosco) con la voglia di concedersi un cucchiaino di impossibile, una forchettata di delikatessen introvabile e spudoratamente fuori stagione.
Tra Viareggio, San Remo e la Costa Azzurra ecco allora schierata la contraerea di chi si è specializzato nel mestiere di appagare, senza limiti alla fantasia, le richieste più folli, al motto: “Se non lo troviamo noi, vuoi dire che non c’è”.
È questa la bussola di Bruno Lépicier, che dopo 10 anni passati come cuoco sulle navi si è buttato nel mondo delle forniture dedicate agli yacht con la Froggy Gourmet, società di servizi con sede nel centro di Antibes. Dal suo ufficio-supermarket al primo piano dell’avenue Pasteur, coi vasetti di polvere d’oro per ornare le pietanze ben ordinati sugli scaffali e i magnum di champagne Cristal pronti a essere imbarcati su un aereo privato e spediti ovunque nel mondo, aspetta la prossima
telefonata con la calma zen di chi sa di vivere in un mondo di fuori di testa.
“C’è il russo che pretende un Masseto annata 1997, rarissimo, da 1.500 euro? In due giorni devo farglielo trovare sul tavolo, consapevole che nel mondo ne saranno avanzate solo poche decine di bottiglie e che con tutta probabilità altre 10 agenzie stanno impazzendo sulla medesima richiesta” racconta Lépicier, un quarantenne cosmopolita dall’aria divertita e dal cognome che significa proprio negoziante di alimentari. E certe esigenze devono essere soddisfatte non solo appieno, ma anche tempestivamente. “La scorsa estate un americano di rotta verso Saint-Tropez mi ha pagato un viaggio in elicottero fino in Sardegna solo per comprare sei casse di more e fargliele trovare per cena”. Per non parlare del caviale albino, molto richiesto seppure quasi introvabile, proveniente da rarissimi storioni bianchi: “Se ne produce una quantità irrisoria e costa 20 mila euro al chilo. Ho una rete di 200 scout-fornitori in rutto il mondo: se in giro ce n’è rimasta una scatoletta, state pur certi che la troverò”.

Stessa filosofia per Alessandro Sartore e Vivien Goldsmtth, rispettivamente titolare e braccio armato della All services, con sede a San Remo e diramazioni a Porto Cervo, Napoli, Imperia e Palma di Maiorca. “Il concetto è quello del concierge vip service degli hotel a 6 stelle di New York: un gruppo di persone consacrate al cliente 24 ore al giorno, specialmente quando in pieno agosto pretende una grattugiata di tartufo bianco d’Alba sull’ovetto sbattuto” spiega Sartore. Poi passa a descrivere la flotta di 70 limousine, aerei privati ed elicotteri sparsi in tutti i porti del globo che ha messo insieme in 30 anni di carriera. “Poco tempo fa un cliente ha chiesto tre bottiglie di Petrus del 1999, da 7 mila euro ciascuna” continua Sartore, rivelando fino a che punto si può arrivare pur di coccolare un palato possidente. “Le prime due le abbiamo trovate in Italia abbastanza facilmente, la terza invece era a Londra, presso un piccolo negoziante che non sapeva bene come spedirla. Per non rischiare abbiamo fatto volare una persona in Inghilterra che l’ha ritirata personalmente, custodita in braccio come un neonato e consegnata a mano al comandante dello yacht”.

Capita anche di fallire, però, e spesso per motivi davvero inevitabili: “La settimana scorsa un russo insisteva per visitare gli scavi di Pompei alle 7 di mattina, quando notoriamente aprono alle 9. Era disposto a pagare qualsiasi cifra, è stata dura farlo desistere”. O, ancora, l’arabo che pretendeva nel giro di due ore 10 bottiglie di Tignanello 1990 con la barca in navigazione verso la Costa Azzurra: missione impossibile, sospira Giuliano Tornei della Versilia Supply, “dopo mille telefonate ne avevo scovata una a Reggio Emilia. Persine il produttore, Aminoti, non aveva idea di dove fossero le altre”. Con una clientela internazionale spesso sono i “cultural misunderstanding” a creare problemi. Esempio, il cliente di religione ebraica che pretende un rabbino per benedire e purificare tutto lo yacht: “Se solo quel miliardario scopre che un alimento non kasher ha toccato le stoviglie, bisogna buttare ogni cosa e rifare la fornitura da capo, entro due ore” riferisce Goldsmith.
Primi ricettori delle pazze richieste di bordo sono gli chef, che per stipendi intorno ai 5 mila euro al mese restano incatenati ai languorini degli ospiti 24 ore. “Il bello di questo lavoro è fare la spesa” racconta Ivano Gelsomino, che da Bono Vox, cantante degli U2, all’attore Michael Douglas ha cucinato per star assortite e svariati milionari. “In ciascun porto ho i miei fornitori di fiducia, dalle piccole enoteche ai produttori. Ma la cosa migliore è il budget a disposizione, che spesso non ha limiti e permette di sbizzarrirsi”.

Qualche integralista addirittura non si accontenta più dei comuni fornitori e fa compere direttamente presso le dispense dei ristoranti migliori d’Italia. Accade da Don Alfonso, in località Sant’Agata sui Due Golfi (Na), da qualche tempo consulente gastronomico del panfìlo Christina O appartenuto ad Aristotele Onassis. “Sbarcano coi tender a Marina del Cantore e fanno la spesa nel mio orto: pomodori cuore di bue, pesche, meloni e zucchine” spiega orgoglioso Alfonso Iaccarino “come pure aragoste e ricci che prendiamo dai nostri pescatori di fiducia. E poi il vino: l’altra sera Naomi Campbell e il fidanzato Vladislav Doronin sono sbarcati da uno yacht nero, hanno cenato e poi si sono portati via quattro casse di Aglianico e di Greco di tufo”.

E non c’è soltanto il cibo nel menu delle vacanze no limits. Serve una parrucchiera alle 4 del mattino? Trovata. Un radiologo per il bimbo che è scivolato sul ponte? Detto, fatto. Il tutto in attesa che nuove sfide logistiche provengano dall’Eclipse, il gigayacht di Roman Abramovich: 167 metri, due eliporti, un mini sottomarino e (si favoleggia) un piccolo sistema di difesa missilistica. Per la fornitura di munizioni Lépicier e compagnia si stanno attrezzando.

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