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Panorama

Storie di vini… Picolit, dolce e versatile … Una sera quel gran diavolo di Franco Vissani portò in tavola dei tortelli alla zucca e li abbinò con il Ciallabianco di Pierpaolo Rapuzzi, gli facemmo tutti i complimenti. Non annotai l’annata, che comunque era particolarmente buona. Poiché tuttavia Rapuzzi ha l’ottima (e rara) abitudine di fare invecchiare anche i suoi bianchi, gli ho chiesto di mandarmene di vecchi millesimi. E assaggiando un 2004 ho ritrovato la delicatezza sfumata degli ori antichi, il sapore intrigante e invitante che mi riportava ai tortelli di zucca di cui sopra. Ronchi di Cialla è tuttavia notissima per avere riportato in vita negli anni settanta lo Schioppettino, un vitigno autoctono friulano scomparso per via della fillossera dopo i fasti arrivati fino agli anni trenta. L’annata 2007, prodotta in poche migliaia di bottiglie numerate, è morbidissima, femminile, di grandissima classe. Di minore lignaggio, seppure con un garbato retrogusto, il Refosco dal peduncolo rosso. Sugli altari, per finire, il vino forse più prestigioso dell’azienda: il vecchio, caro e prezioso Picolit prodotto nel 2008 in sole 1.900 bottiglie: un vino da dessert armonico, umile, signorile, equilibrato, docile e versatile per grandi abbinamenti.

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