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Panorama

Storie di vini ... Come un Caravaggio ... Un paio d’anni fa, occupandomi altrove della
Spinetta, la splendida azienda piemontese di Giorgio Rivetti e dei suoi fratelli, paragonai i suoi grandi rossi ai quadri di Caravaggio. Può piacerti un dipinto “soft” come la Canestra di frutta o uno “hard” come Dauide con la testa di Golia, ma il tratto del maestro lo vedi dovunque. Nel caso della Spinetta, si tratta di vini di altissima gamma, riservati in larga parte ad amatori facoltosi, come i quadri di Caravaggio, per l’appunto. Il mio preferito è il Barbaresco Starderi 2007, in cui si riconosce la pienezza di questo figlio del Nebbiolo, nella versione più morbida e potente. Più sensuale il Barbaresco Valeirano, che rivela subito il suo carattere. A un’incollatura il Campè 2006, un Barolo di vecchia scuola, solido, perfetto, da sigaro. Scendendo di prezzo, la Barbera d’Asti Bionzo: imponente e senza sorrisi, con un corpo sinfonico degno di Gustav Mahler. Il Pin 2009 (Monferrato rosso figlio di Nebbiolo per due terzi e della Barbera per il terzo restante) è degno figlio di due grandi genitori, ma attenzione agli abbinamenti. I Io provato ad accostarvi un semplice hamburger che è arrossito di vergogna. Questa azienda celebre per i vini rossi fa anche uno straordinario Chardonnay, il Lidia 2008: raramente si trova un vino così equilibrato in cui il pianissimo lascia intatto l’intero tessuto musicale del vino. Per chiudere, il Moscato Biancospino è perfetto per accompagnare panettoni e pandoro di questa stagione.


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