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Panorama

Un Brunello americano ... La linea imposta in anni lontani al Castello Banfi dall’enologo Ezio Rivella, oggi presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, ha dato da tempo i risultati attesi dagli americani proprietari di questa importantissima azienda. L’assenza tra le nuove uscite del Brunello Poggio all’Oro del 2005 ci rimanda al fortunato assaggio dell’annata precedente. Ci fu negli anni scorsi una polemica fra chi voleva mantenere l’integrità assoluta del Brunello e chi voleva renderla con qualche piccola correzione idonea al mercato internazionale. La morbidezza del Poggio all’Oro è esattamente quanto richiesto dai consumatori globali: solido come una finestra del ‘500 toscano, vi fa trovare una bella ragazza affacciata. Il discorso vale a maggior ragione per il Brunello Poggio alle Mura 2006: bevibilità notevole e quasi allegra come un nobile che mette eleganti abiti da passeggio. Il Brunello di base dello stesso anno, solenne nella sua piattezza iniziale, cambia completamente aspetto dopo qualche ora per planare a una dolce morbidezza.
Anche i vini di prezzi più accessibili fanno la loro figura. Mi riferisco soprattutto al Belnero 2009 (Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot), complesso e piacevole al tempo stesso con un buon rapporto qualità-prezzo. Assai gradevole infine il Florus, Moscadello di Montalcino a vendemmia tardiva.

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