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Panorama

Le api vanno a riposo e arriva il miele del 2012 ... Il miele e il vino: due prodotti che nascono contigui hanno trovato un trait d’union inaspettato, il miele d’acacia in barrique. Invecchiato da 3 a 9 mesi in botticelle di rovere di Sangiovese e Montepulciano, ha profumo pungente e retrogusto di uva fermentata e tannini. Da un’idea dell’apicoltore Giorgio Poeta ... I fan del miele sono al culmine dell’eccitazione: le api stanno finendo di lavorare all’annata 2012, pronta ad alleviare qualsiasi disturbo autunnale, dalla bronchite al cuore infranto; a dare corpo alla speciale birra di Natale prediletta dagli artigiani della spuma; a variare i sapori delle marinature, per non parlare della sublime anatra laccata. Non stupisce che chi approfondisce la vita delle api sia preso da dolce follia. Come potrebbe essere diversamente, quando si legge che ogni ape, dopo avere raccolto il polline, esegue sulla porta dell’alveare una speciale danza, collegata alla posizione del sole, per comunicare alle altre dove si trovano i fieri? Per amore dei suoi 90 milioni di api, Andrea Paternoster, apicoltore a Vigo di Ton, in Trentino, è diventato nomade: con loro insegue le fioriture da cui nascono i suoi affascinanti mieli monoflora. La primavera e l’estate sono frenetiche: a marzo l’erica nel Parco dell’Uccellina, ad aprile la zagara sullo Ionio, a maggio i meli dell’Alto Adige, in luglio e agosto uno zapping tra rododendri, castagni, erba medica, fino all’ultimo appuntamento dell’anno con il corbezzolo nel Parco del Gennargentu. Ma ci sono api fieramente stanziali, prima tra tutte l’ape nera sicula, sottratta all’estinzione dall’apicoltore Carlo Omodeo, un altro preso da dolce follia, che l’ha conservata in isolamento sull’isola di Vulcano. Oggi è pregiatissima perché lavora anche quando le altre specie si fermano, come è successo quest’anno, il peggiore da tempo, con un calo del 65 per cento della produzione per la micidiale combinazione fra agenti chimici, temperature torride, malattie del castagno e dell’eucalipto. Tanto che c’è chi sostiene che le api si trovino meglio sui tetti e sui terrazzi di città e persino nelle prigioni, come succede nel carcere di Dozza, a Bologna, o nel giardino di Buckingham Palace. Arriverà una valanga di miele dalla Cina, non controllato, forse pastorizzato e perciò privato di molti principi vitali. Un’offesa mortale al duro lavoro delle api operaie.

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