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Panorama

Due splendidi vecchietti ... È una storia secolare quella dei 12,9 ettari di vigna a Chambertin, nella Còte d’Or borgognona: documenti benedettini affermano la presenza della vite già nel ‘500. E invece a più recente la storia dei 6,13 ettari del Monprivato a Castiglione Falletto, nella Langa cuneese: parte dal 1921. La viticoltura langarola conta oltre 1.000 anni di storia, ma prende identità nella seconda metà dell’Ottocento per volontà della marchesa Giulia Falletti. In questi due territori, differenti per evoluzione storica, terreni e vitigni, nascono due grandi vini: lo Chambertin e il Barolo Monprivato Cà d’Morissio. Dal Pinot nero nasce lo Chambertin che ha color rubino, olfatto intenso con sentori di cassis e piccoli frutti rossi e neri con spiccato sottobosco. E potente, armonizza il tannino e dà morbidezza. Il Barolo è invece frutto della ricostruzione del vigneto, iniziata nel 1983 con le varietà di Nebbiolo Michét, Lampia e Rosé. Il mix è stato voluto per ottenere corposità, robustezza e gran carattere attraverso Michét e Lampia, mentre il clone Rosé dona finezza di profumi, armonizza la struttura rendendola elegante e attenuando anche la prepotente colorazione. Questi due vini hanno in comune la longevità: diventano interessanti a otto anni dalla vendemmia e offrono la perfezione tra i 10 e 15; le annate migliori si conservano oltre i trent’anni. In enoteca lo Chambertin va da 450 a 600 euro con eccezioni oltre i 1.000; il Barolo Monprivato Cà d’Morissio Riserva costa dai 350 ai 400 euro, secondo la vendemmia.


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