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PER LA VENDEMMIA AMICI E PARENTI COSTANO CARI. MULTE IN 30 AZIENDE TOSCANE PER OLTRE 27.000 EURO A “DIPENDENTE”. LA LEGGE BIAGI: LAVORO IRREGOLARE SE VIENE DA AMICI E PARENTI OLTRE IL TERZO GRADO

Farsi aiutare da amici e parenti per la vendemmia, se si ha un’azienda vitivinicola, costa caro, molto più caro che assumere un operaio. Non si tratta, è bene specificarlo subito, di lavoro nero, perché manca la discriminante della retribuzione non dichiarata. Semplicemente, la legge vieta alle aziende agricole di farsi aiutare nei lavori da parenti oltre il terzo grado o da semplici amici, se non con un regolare contratto di lavoro. E fare le spese di questo aspetto della Legge Biagi, sono state una trentina di aziende toscane, sulle 60 controllate nel corso dell’ultima vendemmia.
Le multe sono salate: secondo quanto stabilito dal recente decreto Visco-Bersani del 4 luglio 2006, vanno da 1.500 a 12.000 euro per ogni dipendente, più 150 euro per ogni giornata di lavoro a partire dalla data di inizio vendemmia. Ma non finisce qui: c’è da pagare un forfet, più le ritenute fiscali e i contributi Inps. Inoltre la sanzione civile non può essere inferiore a 3000 euro. Fatti i calcoli, le aziende che non in regola si sono trovate a pagare 27.000 per 18 giorni di attività. Per dare una misura del fatto, un operaio agricolo percepisce uno stipendio mensile di 930 euro lordi, mentre la paga giornaliera per le campagne di raccolta è di 6,61 euro lordi.
Secondo la Confederazione Italiana Agricoltori tuttavia “la norma attuale va nella giusta direzione - commenta il presidente Giordano Pascucci - ma potrebbe essere ugualmente migliorata a vantaggio delle aziende. Qui non si tratta di coprire forme di lavoro irregolare, assolutamente. La Cia si è sempre battuta per un’agricoltura “pulita” e alla luce del sole. Dei miglioramenti sono possibili: specificare che si tratta di lavori tradizionali; prevedere che non sia sempre necessario instaurare un rapporto di lavoro, che si consenta all’imprenditore di assegnare ad un soggetto un corrispettivo che non abbia natura retributiva. A livello nazionale si sta da tempo sollecitando, insieme alle organizzazioni sindacali, un protocollo con il Governo per trovare soluzioni a forme di lavoro agricolo che tutelino aziende e lavoratori”.
Intanto in alcune province italiane si sta sperimentando un metodo nuovo per le prestazioni occasionali di tipo accessorio che riguardano, per la vendemmia, gli studenti ed i pensionati. Che se verranno applicate in via definitiva faciliteranno la vita degli imprenditori. L’iniziativa consiste in questo: per le prestazioni non è prevista l’assunzione e l’erogazione dello stipendio avviene tramite appositi ticket che si ritirano in agenzie e tabacchi) ed al termine del servizio, si riportano i ticket timbrati dall’azienda in cambio di denaro. Ogni ticket vale 7,5 euro, di cui 6 per il lavoratore occasionale (il resto diviso fra agenzia erogatrice, tasse ...). Federico Pizzinelli

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