Chissà in quanti ricordano il delicato film di Maurizio Nichetti che portava proprio questo nome. Volere Volare: raccontava dell'incontro tra persone in carne e ossa e cartoni animati. Una favola insomma, sospesa tra la realtà e l'onirico. Un po' come la testardaggine e la passione che Marianna Annio, insieme al marito Raffaele Leo, ha messo in Pietraventosa, il suo sogno a Gioia del Colle, dove nasce questa bottiglia, Volere Volare appunto: un vino non filtrato, prodotto da uve selezionate di Primitivo che fa qualche giorno di macerazione sulle bucce per poi affinare due anni (i primi dodici mesi in acciaio, il tempo restante in botte). Dell'idea di Primitivo che si ha, questa etichetta ha l'avvolgenza e una certa morbidezza da vino importante, ma quello che lo distingue dai luoghi comuni sono la freschezza e la facilità di beva. D'altronde questo, come gli altri, è un vino che nasce sulla roccia, quella murgiana, dura e compatta, che affiora ovunque, lasciando subito intendere chi comanda tra lei e il poco terreno che la ricopre: tra i 10 e 50 centimetri di terre rosse e argillose. E poi c'è il vento, altra componente finita nel nome aziendale. Il risultato che si ha nel bicchiere parla di freschezza e bevibilità, di struttura tannica importante, ma al contempo di una succosità così invogliante da farti tuffare subito il naso in questo concentrato di prugne rosse e cioccolato.
(Francesca Ciancio)
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