Varcare i cancelli di Quintodecimo regala un’emozione unica, quella di avere l’impressione di trovarsi tra le vigne della Borgogna in piena Irpinia. Colpisce la vista un ampio anfiteatro disegnato dagli splendidi filari illuminati dal sole, curati, direi quasi coccolati. Una vista ed una cura che appunto ricordano l’arte vitivinicola della Borgogna dove ogni elemento è determinante: dalla composizione dei suoli alle pendenze degli stessi, dall’orientamento dei filari all’esposizione al sole, dai microclimi al lavoro in vigna. È la “casa” del Professor Luigi Moio, scelta dallo stesso dopo tanto peregrinare tra le vigne di tutto il mondo, in cui niente è stato lasciato al caso. L’arte enologica del Professor Moio passa infatti attraverso “semplici” ma fondamentali idee: impiantare il vitigno giusto per ogni determinato terroir, comprendere ciò che avviene in vigna e dedicarvi le giuste cure perché le uve arrivino a perfetta maturazione nelle migliori condizioni; intervenire il meno possibile in cantina in quanto l’uomo deve essere solo un accompagnatore del processo che porta a vini straordinari. Come il Grande Cerzito, un Taurasi riserva dal naso potente, elegante e complesso, con evidenti note di ciliegia, prugna, cioccolato, liquirizia, menta e spezie, che al palato conquista per la sua freschezza, morbidezza e complessità, oltre che per un tannino estremamente elegante e un finale lungo e piacevole.
(Paolo Lauria)
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024