Una cantina sociale ai vertici planetari, che la cosa possa sorprendere o meno. Qualità costante, impeccabile, indiscutibile e riconosciuta ovunque, per una cooperativa che ha messo in moto i proprio motori nel 1907 e che oggi vede trecentottanta ettari suddivisi fra quasi altrettanti soci conferitori: a riprova dell’estrema parcellizzazione degli appezzamenti e, al contempo, dell’estrema versatilità dei risultati, visti i molteplici ambiti da cui giungono i frutti destinati alla fermentazione. Oltre allo stesso comune di Appiano, comunque il più ampio tra i piccoli centri viticoli della zona (nonché quello da cui proviene la maggior parte delle uve), altri possedimenti sono dislocati fra Cortaccia, Bolzano e Cornaiano. Fiori all’occhiello, in ogni caso, i diversi cru da cui è attualmente ricavato il meglio della produzione, come ad esempio Montiggl o Schulthaus: da cui un enologo fra i massimi, qual è senza timore di smentite Hans Terzer, trae etichette esemplari, fra l’altro con una filosofia viticola minimamente interventista. O come Sanct Valentin: da cui un Sauvignon che ne mette in fila parecchi, in tutto il mondo. Una bomba ai richiami di sambuco, frutti esotici, uva spina, pesca, agrumi, timo, foglia di pomodoro ed erba medica, con palato elegante, equilibrato, persistente e in cui l’ultima parola è nuovamente data dai timbri fruttati: seducente fino all’ultimo sorso.
(Fabio Turchetti)
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