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UN SOLE ROSSO IN CAMPO BIANCO: È LA BANDIERA DEL GIAPPONE. E POI UN GRANDE ROSSO DI UN’AZIENDA “BIANCHISTA” PER DARE UN CONTRIBUTO AL PAESE COLPITO AL CUORE DALLO TSUNAMI. È IL MERLOT “INSIEME 2001” DI VENICA & VENICA

Un sole rosso in campo bianco: è la bandiera del Giappone. E poi un grande rosso di un’azienda “bianchista” per dare un contributo al Paese colpito al cuore dallo tsunami. E così Venica & Venica, uno dei nomi più importanti del Friuli Venezia Giulia del vino, dedica il suo merlot “Insieme 2001”, coltivato nella vigna del celebre Perilla e curato per dieci anni, ad un fondo di beneficenza per il Giappone. Le bottiglie sono già in vendita, per un ricavato stimato di 100.000 euro per sostenere il progetto nel tempo, con l’Ambasciata giapponese a Roma e con l’Associazione Italia in Giappone.
Info: www.venica.it

Focus - Il racconto del progetto di Venica & Venica per il Giappone
Dieci anni ci sono voluti per averlo, poi nel momento in cui è stato degustato con i bicchieri a regalare prugna e mirtillo e l’affascinante sapore del tempo, come in un flash back dalla televisione hanno fatto irruzione le immagini del Giappone storpiato dal terremoto e dallo tsunami. Era tutto pronto per fare di questo rarissimo Merlot, prodotto nella vigna del celebratissimo Perilla, il rosso vanto di una cantina bianchista come Venica & Venica, un gioiello enologico riservato a pochi e messo sul mercato una tantum per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia quando sono arrivati quei messaggi di disperazione e di morte.
“E’ stato un momento d’ intensa commozione e di tristezza - racconta Ornella Venica - e la soddisfazione per poter finalmente degustare un vino che abbiamo coccolato per dieci anni è svanita pensando ai tanti nostri amici giapponesi, a quella gente fiera e composta, ma piegata da una indicibile sofferenza, a quella civiltà grandiosa che ci ha sempre guardato con ammirazione. E ci siamo detti che dovevamo fare qualcosa, che potevamo fare qualcosa”. Così Gianni, Giorgio e Ornella Venica hanno deciso che quel Merlot doveva diventare un sorso di speranza per il Giappone. In una sorta di nemesi la terra aveva dato e la terra aveva tolto nello stesso momento. In una sorta di contrappasso doloroso la natura accudita in Collio aveva regalato un frutto raro, la natura violentata in Giappone si era ribellata. Quasi in un’emozione verghiana si sono intrecciate la buona sorte di questi produttori e la malasorte dei giapponesi.
“Noi - sussurra ancora Ornella Venica - viviamo e facciamo vigna in una terra di confine: il Collio e siamo abituati ad avere una visione multiculturale del mondo. Abbiamo sentito il dovere di trasformare un nostro piccolo valore, quel vino, in un grande valore di solidarietà”. Ed ecco che delle 5000 bottiglie di questo raro Merlot, vendemmiato nel 2001 e messo sul mercato nel 2011, esattamente come la data in cui la natura benigna e maligna ha agito nello stesso momento, saranno subito vendute ad un prezzo di 50 euro per alimentare un fondo di beneficenza per il Giappone. Le altre serviranno, sempre vendute in beneficenza, nel corso del tempo a sostenere il progetto. L’intero ricavato di questa operazione sarà destinato al Giappone.
“Stiamo prendendo contatti con l’ambasciata giapponese a Roma e con l’associazione Italia Giappone - spiega Ornella Venica - per studiare quale progetto sostenere. A noi piacerebbe “adottare” degli orfani del terremoto e dello tsunami per consentire loro di studiare: magari di frequentare in Italia un corso di enologia e di cucina per rinsaldare il legame culturale che da sempre unisce il nostro vino alla cultura del Giappone. I giapponesi sono stati i più fedeli e raffinati estimatori del vino italiano perché la loro cultura, che apparentemente è così distante dalla nostra, consente loro di apprezzare il valore del nostro vino che è anche un prodotto culturale”. Perciò quel Merlot così raro che ha una storia “giapponese” da raccontare visto che è maturato con estrema lentezza, appare oggi il veicolo migliore per dare testimonianza di solidarietà.
“E’ un vino bizzarro e profondo - racconta ancora Ornella Venica - lo abbiano vendemmiato nel 2001, è stato due anni in botte, ma non sembrava mai pronto. Lo abbiamo imbottigliato nel 2003 aspettando e ogni anni lo degustavamo. Ma lui era maldisposto a farsi degustare. Finalmente in marzo quest’anno si è rivelato in tutta la sua maturità. E oggi diventa il segno della nostra solidarietà”.

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