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PREVISIONI TRA I FILARI

Vendemmia 2023, scarsa ma “profumata”: ecco le stime del Crea Viticoltura ed Enologia

“Quantità in calo, soprattutto al Centro-Sud, mentre al Nord si va verso un leggero incremento sul 2022. Profili aromatici interessanti”
CREA, VENDEMMIA, Italia
Vendemmia 2023, scarsa ma “profumata”, secondo il Crea (ph: Stokking via Freepik)

“La vendemmia 2023 si presenta inevitabilmente segnata dalle piogge e dal freddo primaverili, che hanno ritardato la maturazione delle uve posticipando la vendemmia di una settimana rispetto alla passata stagione. Avremo meno produzione del 2022, ma con un interessante profilo aromatico, grazie alle temperature più fresche di questo periodo”. Parole di Riccardo Velasco, direttore Crea Viticoltura ed Enologia, che si aggiunge così al carosello delle voci sulle stime di vendemmia.
Secondo il Crea, in particolare, “le produzioni si prevedono in leggera contrazione sul 2022 al Centro-Sud Italia (in generale, si prevede un calo del -5/-10%) dovuta agli effetti nefasti della peronospora. Al Nord, invece, la situazione produttiva sembra confermare i valori della passata stagione, forse anche con un leggere incremento, nell’ordine del +5/10%. Discorso a parte in Romagna dove, soprattutto a causa dei grossi problemi che l’acqua ha causato, i viticoltori con difficoltà hanno svolto le consuete operazioni colturali, con perdite più consistenti nell’ordine del -10/-15%. Sofferenze produttive importanti, invece, per la produzione ottenuta seguendo il metodo biologico, che ha patito maggiormente le condizioni avverse di questa annata, con perdite medie del -10/-15% al Centro-Nord, ma con picchi oltre il 50% al Sud”.

Per la qualità, secondo il Crea, in generale le cultivar a bacca bianca registrano un equilibrato rapporto zuccheri/acidi, conseguenza delle temperature più miti di maturazione legate all’annata e al ritardo dell’epoca di raccolta. Per le cultivar a bacca rossa saranno, invece, decisive le prossime settimane, considerando come sia fondamentale un leggero stress idrico per la sintesi delle sostanze polifenoliche. Dal punta di vista fitosanitario, “tutta la Penisola ha sperimentato l’aggressività di questo patogeno (la peronospora, ndr) - sostiene il ricercatore Crea, Patrick Marcuzzo - ma è, soprattutto, nel Centro-Sud Italia che si sono verificati i danni maggiori, conseguenza delle insolite precipitazioni primaverili. Difficoltà a contenere il fungo anche nel vigneto biologico (la cui superficie è in aumento nell’intero stivale), soprattutto quando coltivato nelle aree meno vocate. Oltre alla peronospora, si registrano alcune problematiche legate alla muffa grigia, in particolare per le cultivar a grappolo compatto, mentre appare sotto controllo l’oidio. In espansione, invece, il problema della flavescenza dorata”.
Nel complesso, comunque, le basse temperature primaverili hanno rallentato il metabolismo della pianta, ritardandone lo sviluppo. La fioritura si è presentata, in confronto alla passata stagione, in ritardo di 5/10 giorni, slittamento che, ancora ad oggi, conclude il Crea, non risulta colmato.

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