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MERCATO ENOICO

Vino, che fatica in Gdo! Nel primo trimestre volumi a -6,1%, valori a +2%, ma solo per l’inflazione

Allarme di Unione Italiana Vini (Uiv) e Ismea, su dati NielsenIQ. Male soprattutto i vini rossi. Crescono solo gli spumanti “low cost”
GDO, ISMEA, ITALIA, UNIONE ITALIANA VINI, vino, Italia
Vino, partenza 2023 a rilento nella Gdo italiana (ph: Freepik)

Come da attese, si profilano tempi duri per il vino nella grande distribuzione. Con cali di vendite che vanno ben oltre il prevedibile “ritorno alla normalità”, dopo i boom in tempi di Covid e lockdown. E se nei giorni scorsi i dati in arrivo dalla Francia testimoniavano di un calo generalizzato dovuto soprattutto alle minore vendite dei vini rossi, come raccontato qui, ora a fotografare una situazione di grande sofferenza sono i numeri che arrivano dagli scaffali italiani. Perchè salgono i prezzi, ma scendono i consumi di vino nella grande distribuzione italiana.
Le elaborazioni dell’Osservatorio Uiv/Ismea, su base NielsenIQ, relative al primo trimestre 2023, registrano i livelli più bassi di vendite allo scaffale anche rispetto al pre-Covid (2019), con i volumi di vino acquistati in calo tendenziale del -6,1% e con i valori, spinti dall’effetto inflattivo dei prezzi, a +2% (673 milioni di euro). “Una partenza ad handicap - spiega Osservatorio Uiv/Ismea - che si riflette in particolare nei volumi commercializzati di vino fermo (-7,3%) ed ancora di più per i prodotti Dop, a -9,2% e con i rossi a -10,5%, a riprova del fatto che il rialzo dei valori non è legato ad una domanda maggiormente orientata verso il segmento premium (i vini comuni perdono la metà sulla media) ma ad un surplus di costi produttivi che ha generato un rincaro medio dei prezzi allo scaffale del +8,7%”. In controtendenza, ancora una volta, la tipologia spumanti, che cresce in volume del 3,9% (+9,8% i valori), ma l’incremento, in questo caso, è interamente generato dall’exploit degli spumanti “low cost” (+15,6%), segmento che presenta un prezzo medio allo scaffale di appena 4,47 euro/litro e che oggi vale quasi il 40% dei volumi venduti in Gdo tra le bollicine italiane. Giù il Prosecco (-2,8% volume) e lo Champagne (-5,8%), mentre salgono l’Asti Spumante (+11,8%) e i metodo classico (+4% volume), da confrontare, però, con il -35% registrato nello stesso periodo del 2022.
“Come previsto - ha detto il segretario generale Unione Italiana Vini (Uiv), Paolo Castelletti - non sarà un anno facile per il vino italiano, che anche nelle esportazioni registra a gennaio 2023 un calo del 4,3% su pari periodo del 2022, con variazioni fortemente negative nella domanda extra-Ue. Il limitato potere di acquisto in Italia e nel mondo, assieme a un surplus dei costi delle materie prime secche, impongono la massima attenzione e concertazione da parte di una filiera le cui imprese stanno assorbendo direttamente parte dei rincari alla produzione. Ma evidentemente non basta”. In generale, la dinamica più sfavorevole coinvolge - oltre i vini fermi a denominazione - anche gli Igp (volumi a -8,4%), mentre i vini comuni si fermano a -4,6%. Più pesanti le perdite per i vini rossi, che cedono il -8,2% in quantità, contro il -5,6% dei bianchi e il -11,2% dei rosati. Sopra la media la contrazione dei vini bio (-8,6%). A livello di canali, i più in sofferenza sui volumi risultano i discount (-10%), a fronte di iper e super che chiudono il trimestre rispettivamente a -4% e -5%. Profondo rosso per l’e-commerce: nonostante il sostanzioso taglio dei prezzi, le vendite online segnano a marzo -19,6%.
Andando nel dettaglio dei vini ad Indicazione Geografica più venduti in Gdo, troviamo picchi negativi del -9% per il Chianti, -14% per il Montepulciano d’Abruzzo, -20% per la tipologia Salento, -18% per il Nero d’Avola Sicilia, -20% per la Bonarda oltrepadana, -13% per la Barbera piemontese e -9% per il Lambrusco Emilia e il Cannonau di Sardegna. Stabili, invece, tra i top seller, le Igt Terre siciliane e Puglia, in leggera contrazione Valpolicella e Dolcetto piemontese (-5%), mentre l’unico tra i big che si conferma in buona salute, anzi in costante crescita è il Vermentino di Sardegna, con +1% in volume. Molte le denominazioni che registrano aumenti di listino sopra la media nazionale: Montepulciano +13%, Barbera piemontese +11%, Nero d’Avola a +13%, Bonarda a +12%, Verdicchio a +20%.

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