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"SERVE UNA CASA COMUNE PER LO SPUMANTE ITALIANO": RICHIAMO ALL'UNITA' DI GIAMPIETRO COMOLLI, DIRETTORE DEL FORUM SPUMANTI, CHE DA VALDOBBIADENE INVITA I PRODUTTORI A FARE SQUADRA E AUSPICA UNA NORMATIVA SPECIFICA NELLA LEGGE DI RIFORMA DELLA LEGGE 164

Serve una casa comune per lo spumante italiano, solo così potremo essere realmente vincenti sui mercati e agli occhi dei consumatori. Il pensiero di Giampietro Comolli, manager del vino e direttore del Forum Spumanti d'Italia, l'importante kermesse che nei giorni scorsi ha riunito a Villa dei Cedri a Valdobbiadene (Treviso) gli stati generali delle bollicine italiane. E proprio dalla patria del Prosecco che arriva una proposta importante che interessa da vicino tutti i terroir più vocati del Belpaese, dalla Franciacorta al Trentino, all'Astigiano, passando per l'Oltrepò Pavese.
"Nel pieno rispetto delle identità delle aziende e dei territori - spiega Comolli - oggi più che mai lo spumante italiano ha bisogno di unità di intenti e di aggregazione, per emergere con un'immagine forte, nuova e decisa. Serve fare squadra e dare al nostro spumante una bandiera comune e quindi maggiore visibilità. Servono per questo chiarezza di ruoli e di termini, e vogliamo che il Forum diventi veramente una casa comune, ma anche una Cernobbio dello spumante". Del resto i cugini francesi insegnano e, pur fra tante divisioni e fazioni, lo champagne gode di un'immagine unica e facilmente distinguibile agli occhi dei consumatori.
"Il Forum degli spumanti vuol servire a questo - spiega ancora Comolli - e permettere un vero momento di confronto tra le imprese, le istituzioni e i territori di produzione. Lo stesso ministro Alemanno, al Forum Spumanti d'Italia, ci ha esortato a dar vita quanto prima ad un progetto di valorizzazione internazionale degli spumanti e atto a risolvere i problemi di visibilità dei nostri prodotti".
Il momento per questo tipo di operazioni potrebbe infatti essere quello giusto. La discussione in atto e l'avvicinarsi della riforma della 164 (la legge sulla classificazione dei vini e dei vigneti) o dei decreti che seguiranno, lasciano pensare che ci sia spazio anche per le bollicine. "E' un momento particolare - conferma Comolli - ed è arrivata l'ora di inserire uno o due articoli che guardino da vicino il mondo degli spumanti. Il Forum Spumanti d'Italia si è già attivato in questo direzione e abbiamo avviato una serie di riunioni con l'intento di poter finalmente arrivare a delineare una normativa specifica per il settore. Del resto - commenta - in Italia abbiamo 260 denominazioni su 335 che prevedono, fra l'altro, anche la produzione di vini spumante e solo 5 denominazioni esclusive. Per arrivare ad un consumo consapevole e incrementare le vendite occorre partire da una normativa più chiara e forse anche più vincolistica unito anche a un necessario processo di formazione".
Secondo il presidente del Forum è infatti necessario iniziare a creare personale specializzato, "non possiamo continuare ad avere enologi o sommelier omnia casus, iniziamo a formare persone a misura di spumante. Allo stesso tempo - conclude - dobbiamo iniziare a far comprendere al consumatore che lo spumante non è complementare allo champagne ma che è un prodotto autonomo, adatto alle occasioni importanti quanto ad essere consumato a tutto pasto".

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