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1.204 lotti e i “soliti” big di Francia, ma a fare la parte del leone, nell’asta Bolaffi, di scena a Torino il 25 e 26 maggio, sarà il top dell’enologia del Belpaese, specie piemontese e toscana, da Gaja a Biondi Santi, da Bruno Giacosa a Sassicaia

1.204 lotti, tante rarità ed i “soliti” big di Francia, ma a fare la parte del leone, nell’asta di Bolaffi di scena a Torino il 25 e 26 maggio, sarà il top dell’enologia del Belpaese, specie quella piemontese e toscana: Gaja è rappresentato più che degnamente da quasi tutti i suoi cru più importanti, sia quelli provenienti da Barbaresco che da Barolo, come lo Sperss, con annate, fatta eccezione per alcuni 1996, 1997, 1998, piuttosto recenti, ma tra le bottiglie più quotate ci sono anche i Barolo di Bruno Giacosa. Passando ai toscani, spiccano i Brunello di Soldera (Case Basse) e Biondi Santi, ma non mancheranno i protagonisti delle aste internazionali, i Supertuscan firmati dalle due famiglie del vino più importanti della Regione: da una parte, Antinori, con Tignanello e Solaia, dall’altra Frescobaldi, con Masseto ed Ornellaia.
Infine, la star di Bolgheri, il Sassicaia, offerto in tre annate recenti, ma anche in una verticale (in trattativa privata, e quindi fuori dall’asta) composta da 37 bottiglie dal 1968 al 2007, che comprende tutte le annate del periodo, ad eccezione del 1978, direttamente dalla cantina bolgherese di un collezionista, incluse vendemmie, storiche come la 1968, la prima prodotta, presente nella rara versione con la capsula rossa, le annate 1975 e 1977, la prestigiosa 1985, e le memorabili 1988, 1990, 1995, 1997 e 2004 (www.astebolaffi.it).
Il lotto top, però, è singolarmente al di fuori dalle rotte classiche: è uno Champagne, il Cristal 2002 di Louis Roederer nell’edizione limitata firmata dall’artista Di Méo, con la bottiglia “ingabbiata” in un’armatura d’oro a 24 carati, per una base d’asta di 10.000 euro. Subito dietro, in termini di quotazioni, le 6 bottiglie di Masseto 2001, per le quali si parte da 4.000 euro, stessa base d’asta della singola bottiglia di Romanée-Conti Grand Cru 1976 del Domaine de la Romaneé-Conti. Quindi una selezione dell’annata 1985 di Bordeaux: 11 bottiglie, che spaziano tra le diverse denominazioni, da Pétrus a Cheval Blanc, da Ausone a Lynch Bages, da Haut Brion a Mouton Rothschild, da Margaux a Lafite Rothschild, fino a Latour, per una base d’asta di 3.800 euro. Poco meno (3.000 euro), per le 6 bottiglie di Barbaresco Asili Riserva Speciale Etichetta Rossa 1967 di Bruno Giacosa, mentre per le 12 bottiglie di Brunello di Montalcino Riserva 2004 di Biondi Santi ci vorranno almeno 2.800 euro, proprio come per le 24 bottiglie di Sperss 2006 di Gaja. Si parte da 2.700 euro per le 6 bottiglie di Masseto 1998. Tra i protagonisti, come detto, il Solaia, con le 24 bottiglie dell’annata 2007 (offerta minima 2.600 euro), Soldera (Case Basse), con 12 bottiglie di 2005 ed altrettante di 2004, entrambi con base d’asta di 2.400 euro, il Sassicaia, con 12 bottiglie della 2006 a 1.800 euro, e l’Ornellaia, con 12 bottiglie di 2009 a 1.300 euro.

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