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“I PREZZI DEL VINO SONO TROPPO ALTI PER COLPA DI SPECULAZIONI”: IL J'ACCUSE DI GIACOMO TACHIS CHE METTE SUL BANCO DEGLI IMPUTATI PROPRIO IL “SUO” SASSICAIA. IL FAMOSO ENOLOGO METTE ANCHE IN GUARDIA LE NOSTRE AZIENDE DAL RISCHIO DI SCAL

Italia
Giacomo Tachis

"Con il prezzo dei vini si è esagerato e se dovessi comprare una bottiglia a certi prezzi non la comprerei". A dirlo non è il solito appassionato che in enoteca o al supermercato si è trovato di fronte la propria bottiglia preferita con il cartellino “gonfiato”, ma il grande Giacomo Tachis, il più noto enologo italiano nonché “papà” del Sassicaia e del Tignanello, simboli dei vini supertuscan.
Proprio riferendosi al Sassicaia, Giacomo Tachis afferma: "Ci sono corvi, il suo giusto prezzo sarebbe tra i 30 e i 40 euro", rispetto ai 200 che costa una bottiglia del 2000. "Bisogna ricordarsi che il vino nasce povero - continua Tachis - il Sassicaia e il Tignanello non sono cari alla partenza, lo diventano per colpa degli speculatori". Tachis ha parlato del "caro vini" al Premio "Vini di Toscana", che quest'anno la Regione ha assegnato proprio all'enologo piemontese da tempo trasferitosi in Toscana.
L'enologo ha poi sottolineato il rischio che le azienda italiane finiscano in mano a competitori stranieri. Il vino italiano, infatti, secondo Tachis, potrebbe essere minacciato da scalate di gruppi che hanno grandi capacità economiche: "C'é il rischio che le nostre aziende produttrici di vini di qualità possano essere acquistate da competitori stranieri", come i cileni, gli australiani e gli statunitensi che già hanno avviato concentrazioni per migliorare la fase distributiva e la penetrazione sul mercato.
"Gli stranieri sono bravi ed economicamente forti - ha detto Tachis - ma se dovessero entrare nelle nostre aziende dovrebbero farlo con un'idea, con lo spirito, con la mente, in modo da portare avanti un certo lavoro, altrimenti saranno proprietari delle nostre etichette solo fisicamente", ma non conquisteranno, ha fatto intendere, la cultura, la scienza e la tradizione che sono dietro i grandi vini e in particolare dietro a quelli toscani "perché è qui, in Toscana, nella Toscana dei Medici che è nata la scienza del vino", ha spiegato Tachis.
"Il vino è cultura - ha aggiunto l'enologo - e se gli stranieri sono pronti ad acculturarsi non dobbiamo preoccuparci". Tachis, che del vino ha una visione culturale e romantica, condivide anche l'allarme lanciato, nei giorni scorsi, dal professor Stefano Cordero di Montezemolo dell'Università di Firenze, secondo cui la qualità non è più sufficiente a reggere quote di mercato. "Sì, questo rischio c'é perché loro sono forti e bravi commercialmente". Ma nonostante il "caro vino", nonostante il rischio dell'arrivo di capitali stranieri nelle nostre aziende, nonostante il pericolo che il prodotto italiano di qualità non riesca a mantenere quote di mercato, Tachis, che la rivista "Wine Spectator" ha definito come "l'uomo del Rinascimento del vino italiano nel mondo", è ottimista: "Gli stranieri sono bravi ed hanno i soldi, ma non hanno la nostra cultura e non ci batteranno mai".

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